Slan Hunter

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Slan Hunter Page 25

by Kevin J. Anderson


  Mentre Joanna stava regolando le inquadrature sui visori, Jommy si meravigliò della grande risoluzione delle immagini trasmesse da tanto lontano. Faceva solo sembrare la flotta nemica armata in modo massiccio ancor più terrificante.

  «Stanno superando la Luna, adesso.» Joanna guardò i compagni. «Questo significa che sono in anticipo sulla tabella di marcia. Saranno qui in meno di un giorno.»

  «Come possiamo fermarli?» disse Kathleen. Gray, Anthea e Joanna avevano la stessa espressione disperata.

  Jommy si lambiccò il cervello, sperando di estrarre un miracolo dal cap-pello. Nemmeno la tecnologia slan li avrebbe aiutati, adesso. Se suo padre o qualcuno degli slan superstiti fossero stati in grado di arrestare una forza così potente, allora non avrebbero mai avuto bisogno di nascondersi sottoterra per tanti anni.

  Mentre file e file di navi da guerra, enormi ruote a propulsione atomica, sfilavano nello spazio Anthea osservava con maggiore curiosità i crateri lunari, tondi e scuri. Avvicinò il volto a uno dei grandi visori. «Guardate...

  sta succedendo qualcosa sulla Luna.»

  Jommy vide che mentre l'armata senzantenne sorvolava il desolato paesaggio lunare, le cavità circolari formatesi in epoche remote in seguito a cadute di meteore cominciavano a cambiare. Inattese linee arancioni solca-rono il fondo dei crateri, come se la superficie rocciosa stesse incrinando-si... aprendosi.

  Poi su tutta la Luna i crateri cominciarono a brillare e ad aprirsi. Joanna esclamò: «Il fondo dei crateri è artificiale!» Le fenditure davvero si scosta-rono come porte mimetizzate per rivelare enormi e misteriosi complessi sottostanti.

  «Non sono affatto crateri» disse Kathleen. «Sembrano...»

  «Sono hangar» gridò Jommy. «Hangar nascosti!»

  La forza di occupazione senzantenne reagì freneticamente ai cambiamenti sbalorditivi là sotto. I ranghi ordinati si sciolsero. Le gigantesche navi atomiche si disimpegnarono.

  Dopo che il fondo dei crateri si fu spalancato, enormi navi da guerra uscirono come murene nascoste in una barriera corallina. Alcune navi senzantenne aprirono il fuoco senza ulteriore provocazione... e senza alcun effetto. I veicoli spaziali sconosciuti continuarono a decollare a centinaia, a migliaia, decine di migliaia.

  Kathleen era agitata e confusa. «Cosa sono quelle navi? Chi sono?»

  «Non è possibile» sussurrò Gray. «Non avrei mai immaginato!»

  Jommy non seppe celare un sorriso. «Lo sai chi sono, Kathleen. Non mi meraviglio che neppure John Petty sia riuscito a trovarli. Nessuno poteva trovarli! Hanno scelto il miglior nascondiglio possibile, il più inaspettato.

  Ecco dove sono stati in tutti questi anni i veri slan!»

  Dopo la sconfitta nei secoli di guerra, il grosso dei veri slan era semplicemente sparito. Tutti credevano che la razza sconfitta fosse stata spazzata via, che fosse rimasto solo qualche sbandato che viveva nella paura. Ma in realtà erano fuggiti sulla Luna usando la loro conoscenza e ingegnosità per scavare gallerie in profondità. Guardando tutti i crateri aperti, Jommy riusciva a comprendere a stento la portata della loro grande civiltà.

  «Hanno lavorato in tutto questo tempo» disse Jommy, la voce colma di ammirazione.

  Le navi da guerra continuavano a decollare dagli enormi hangar nei crateri. Entravano in orbita lunare descrivendo un arco aggraziato e sopraffa-cevano completamente la forza di occupazione giunta da Marte.

  Parecchie navi senzantenne in preda al panico si ostinavano a sparare, ma le loro armi non avevano nessun effetto sulle corazze esotiche della flotta lunare. Invece di rispondere al fuoco, le navi da guerra dei veri slan si limitavano a bloccare gli invasori e a impedire che procedessero verso la Terra.

  Joanna era sorpresa e scossa. «Quelle navi slan possono facilmente an-nientare la flotta senzantenne. Dovrebbero eliminare la minaccia. È la cosa ovvia da fare.»

  «Ovvia forse... ma forse non è l'azione giusta» disse Gray. «I veri slan sanno che anche i senzantenne sono nostri fratelli.»

  «Figlioli prodighi, più che fratelli» osservò Kathleen.

  Le navi da guerra lunari emisero impulsi di energia che smorzarono i campi di forza della flotta d'invasione, spegnendo i propulsori delle navi senzantenne e disattivando le loro armi. L'intera flotta d'invasione era immobile e silenziosa nello spazio. A Jommy sembrò di vedere un genitore paziente alle prese con un bambino bizzoso.

  Mentre le navi dei veri slan sbarravano la strada alle forze di occupazione battute, diverse navi da guerra lunari partirono a velocità incredibile in direzione della Terra. I motori dei veri slan evidentemente erano di gran lunga superiori ai propulsori usati dai senzantenne.

  Prima ancora che gli emissari arrivassero, il leader dei veri slan requisì tutte le bande di trasmissione. Trasmise parole severe a ogni linea di comunicazione. Le parole risuonarono chiare e perentorie. «Esigiamo la ces-sazione di tutte le ostilità. Non permetteremo che continui questa guerra distruttiva tra slan senzantenne e umani. Siamo tutti legati dalla nostra natura umana comune, nonostante le nostre differenze genetiche.»

  Su un visore apparve l'immagine di un anziano signore distinto con una barba grigio argento, la fronte alta, i capelli ben pettinati. Si trovava sul ponte di comando di una delle navi da guerra lunari. Le antenne caratteristiche erano evidenti sulla nuca, sottili appendici carnose che penzolavano più lunghe dei capelli. Jommy rifletté che quell'uomo aveva un aspetto stranamente familiare, anche se era certo di non averlo mai visto in vita sua.

  «Ho captato un segnale chiaro trasmesso da una base principale slan, e andrò immediatamente là. Voglio parlare a qualsiasi rappresentante del governo, a qualsiasi leader sopravvissuto a questo sventurato conflitto.»

  L'uomo si sporse in avanti e si presentò. «Sono il comandante Andrew Cross.»

  42

  Mentre il presidente Kier Gray si preparava a incontrare la delegazione slan proveniente dalla Luna, Jommy sentì un nodo allo stomaco. Stava per conoscere suo nonno.

  Con Jem Lorry morto sul pavimento, Joanna si offrì di parlare a nome dell'Autorità senzantenne. Il presidente Gray era pronto a sobbarcarsi personalmente il resto dei negoziati decidendo di occuparsi in un secondo tempo di quanto rimaneva della polizia segreta di Petty.

  Il comandante Cross arrivò alla base sotterranea con dieci emissari slan.

  Indossava un'uniforme militare nera con guarnizioni dorate, pieghe perfet-te e una varietà di galloni e medaglie. Gli altri delegati erano una mescolanza di politici, scienziati, personale medico ed esperti tattici. Tutti i veri slan avevano lunghe antenne dall'aria sana. Al sicuro sotto i crateri lunari, non avevano mai dovuto nascondere ciò che erano. Jommy si rese conto istintivamente che una gran quantità di pensieri silenziosi dovevano guizza-re avanti e indietro tra loro, ma lui era escluso da quelle comunicazioni.

  Il comandante Cross spostò rapido lo sguardo attorno a sé, ispezionando il rifugio-laboratorio sotterraneo. Tese la mano verso Gray. «Signor presidente, finalmente, è un piacere conoscerla di persona.»

  Gray sorrise. «I messaggi saltuari e i corrieri segreti non bastano più.

  Sono contento che alla fine abbiate deciso di uscire allo scoperto.»

  «Sapevi dov'erano?» chiese Kathleen, sorpresa. «Sapevi fin dall'inizio che esisteva una civiltà slan? Io pensavo che tutti quei messaggi slan tanto pubblicizzati e gli aerei spia senza equipaggio fossero falsi!»

  «Non tutti. Sapevo che qualcuno parlava a nome dei veri slan, ma non possedevo nessuna informazione concreta finora. Il grosso della popolazione slan rimaneva nascosta. Io ero soltanto al corrente dell'esistenza di alcuni slan solitari, che in parte lavoravano con me nel grande palazzo. Altri ottenevano risultati notevoli da soli.» Gray lanciò un'occhiata incorag-giante in direzione di Jommy. «Come questo giovanotto.»

  Jommy trasse un respiro profondo e fece un passo avanti. «Comandante Cross, è un piacere conoscerla. Mi chiamo Jommy.»

  Gli occhi dell'anziano s'illuminarono. « Jommy Cross? Sei il figlio di Peter. Sei vivo!» Lasciando perdere il riserbo militare, Cross abbracciò il giovane e gli batté
sulla schiena. «Ma perché non riesco a percepirti? Sei un vero slan, come tua madre e tuo padre...» Fece girare Jommy, poi guardò inorridito il punto in cui le antenne erano state recise. «Cosa ti hanno fatto? Oh, Jommy!»

  Mentre spiegava l'accaduto con voce incerta, Jommy sentì sgorgare in sé emozioni intense, sia eccitazione sia tristezza, ferrea determinazione e sfi-nimento.

  Cross arretrò di un passo e squadrò il nipote. «Adesso sei al sicuro, Jommy. Siete tutti al sicuro.» Le sue labbra si contrassero in un breve sorriso. «Come forse avrete notato, abbiamo portato abbastanza rinforzi per fare in modo che tutti si comportino bene. Le nostre navi estirperanno qualsiasi resistenza da parte dei senzantenne e faranno cessare la distruzione reiterata.»

  «Ma perché ci avete messo tanto?» chiese Kathleen. «I senzantenne hanno attaccato giorni fa. La maggior parte delle nostre città sono già in rovina.»

  Andrew Cross piegò il capo. «Mi vergogno che non siamo intervenuti prima. Noi slan siamo molto più longevi degli umani normali, e dopo tante generazioni, dopo tanti secoli, nascondersi era diventata purtroppo un'abi-tudine per noi. Secoli fa, dopo la grande frattura tra i senzantenne e i veri slan, siamo entrati nella clandestinità nel nostro complesso sulla Luna. In quei primi anni abbiamo affrontato molte difficoltà. Le risorse lunari sono scarse. Abbiamo dovuto produrre l'aria e l'acqua, estrarre i metalli dai me-teoriti sotto i crateri. Mentre le guerre iniziali avevano fatto piombare la civiltà terrestre indietro di molti secoli, noi abbiamo potuto costruire la nostra base e sviluppare la tecnologia. Se gli umani avessero saputo che ci nascondevamo sulla luna, avrebbero dedicato ogni risorsa a un programma spaziale. Non c'è niente di meglio di un nemico per concentrare l'attenzione di un governo! Così siamo rimasti nell'ombra. Recentemente, quando è iniziata la guerra dei senzantenne, abbiamo osservato, intercettando i notiziari e le trasmissioni radio. Sapevamo da qualche tempo che i senzantenne stavano infiltrandosi nei vostri apparati politici e nelle comunicazioni, ma nonostante ciò non abbiamo agito. Alcuni veri slan insistevano perché si lasciasse che le fazioni risolvessero la questione da sole. Sostenevano che non dovevamo immischiarci, che non avevamo nessun debito né con una parte né con l'altra. Quando sono incominciate le grandi incursioni aeree e le vostre città sono cadute, quegli stessi slan isolazionisti volevano lasciar-vi distruggere tutti quanti tra voi, mentre noi eravamo al sicuro sulla Luna.

  Erano disposti ad abbandonare i veri slan rimasti sulla Terra... Sapevo che mio figlio Peter e sua moglie erano stati uccisi molto tempo fa. Pensavamo che la stessa cosa fosse accaduta anche a te, Jommy.» E abbassò il capo.

  Jommy sentì un groppo in gola.

  «Un gruppo nutrito di dissidenti, tra i quali io, ha chiesto che prendessi-mo provvedimenti per salvare i nostri fratelli umani e senzantenne. Purtroppo siamo stati battuti ai voti. Ma quando abbiamo captato il chiaro segnale di soccorso trasmesso da questa base, ho avuto lo strumento di cui avevo bisogno per intervenire. Ho mostrato la prova, ho chiesto una nuova votazione e i miei avversari isolazionisti hanno desistito. È stato allora che abbiamo lanciato le nostre navi.»

  «Quale segnale di soccorso?» chiese Anthea, portando il figlioletto tra le braccia. Le antenne del piccino ondeggiavano nell'aria, come se riuscisse a percepire gli altri slan nella sala. «È quello che abbiamo fatto scattare io e il mio bambino quando abbiamo trovato questo posto deserto?»

  «Eravate solo voi due? La base era deserta?» disse il comandante Cross, sbalordito. «Siete stati voi? Voi due soli?» I delegati slan, gli scienziati e i politici, guardarono Anthea. L'incredulità di Cross sfociò all'inizio in un ri-so soffocato, che divenne poi una risata fragorosa.

  «Cosa c'è di tanto buffo?» chiese Anthea.

  «Ho sostenuto che doveva esserci tutta una enclave di veri slan. Centinaia, se non migliaia! Ho convinto gli isolazionisti che avremmo trovato un intero movimento di resistenza, qui, pronto a entrare in azione.»

  «Lo avete trovato un movimento di resistenza» disse Jommy. «Noi cinque.»

  Il comandante sorrise. «E se assomigli solo un po' a tuo padre, Jommy, non devo sottovalutarti.»

  Con un cenno, Gray invitò gli emissari slan a sedersi a un lungo tavolo assembleare nella sala sotterranea. Anthea, che conosceva meglio la configurazione della base segreta e cosa contenesse, trovò cibo e bevande per loro, quindi andò ad allattare il figlio.

  «Ecco, è così che dovrebbe essere un incontro al vertice» commentò Kathleen, con un sorriso venato di mestizia. «Mi mancano la Nonna e la sua torta di mele.»

  Jommy avvertì una fitta dolorosa, cercò di non tenere il conto di quanto aveva perso negli ultimi giorni.

  Il comandante Cross espose i propri piani, che erano già in fase di attua-zione. «Incontreremo certamente punti caldi di attività senzantenne ancora per qualche tempo, anche senza Jem Lorry a stimolarli. Alcuni invasori continueranno a combattere, ma è una causa persa. Alla fine lo capiranno.

  Spero solo che riusciremo a imporre la pace prima che muoiano troppe altre persone.»

  «Ci vorrà parecchio tempo per contare tutte le vittime» disse Gray. «La gente, slan, senzantenne e umani, ha bisogno di una guida forte. Deve vedere che siamo uniti e impegnati nella ricostruzione.»

  «I senzantenne non smetteranno mai di combattere» rilevò Joanna.

  «Possono nascondersi facilmente tra gli umani.»

  Cross fece un sorriso misterioso. «Dopo la fine di questa giornata non dovrebbero costituire un grosso problema. Vi garantisco che non avranno più alcun interesse a uccidere gli slan. Non avranno nulla di cui lamentar-si.» Al suo pubblico meravigliato, lui e gli scienziati slan spiegarono cosa stava accadendo in quel momento a Cimmerium.

  Una squadriglia di veicoli spaziali a tecnologia avanzata era già partita dalla Luna alla volta di Marte. Sonde esploratrici che portavano un nuovo tipo di trasmettitore: un generatore di raggi messo a punto dai genetisti slan.

  «Che genere di raggi?» chiese Kathleen.

  Uno scienziato, un tale dottor Philcroft, rispose con un sussurro timoro-so: «Raggi mutageni!»

  Anthea fu la prima a interloquire. «Raggi mutageni? Come quelli che avrebbe usato il dottor Lamm per creare i primi slan? Ma quella era solo propaganda... non c'era niente di vero in quella storia. Ho studiato i nastri e i documenti negli archivi. Gli slan erano una mutazione naturale.»

  «Lo sappiamo, ma non dev'essere per forza così. Nella nostra base lunare abbiamo avuto a disposizione molti secoli per espandere la nostra scienza medica. Quella che all'inizio era considerata una diceria incontrollata, siamo riusciti a trasformarla in realtà. I genetisti slan hanno davvero creato un congegno che fa proprio la cosa di cui le folle ignoranti accusavano il dottor Lann. Ricordate che i senzantenne ci odiavano perché ritenevano che li avessimo privati dei loro poteri legittimi? Abbiamo trovato il modo di attivare i processi genetici latenti bloccati negli slan senzantenne. Hanno sempre avuto il potenziale dentro di sé, ma era nascosto. Nel giro di qualche generazione i loro figli sarebbero nati comunque con le antenne. Quindi abbiamo semplicemente accelerato il programma.»

  Il comandante Cross proseguì il racconto. «Abbiamo dotato le nostre sonde di trasmettitori per spargere quei raggi mutageni. In questo momento le sonde stanno sorvolando le volte di vetro di Cimmerium. Ogni soldato senzantenne a bordo delle navi della flotta di occupazione è già stato esposto.» Sogghignò. «Le conseguenze dovrebbero essere evidenti tra breve.»

  «Intendi dire che ai senzantenne su Marte adesso stanno...» Jommy cercò di mettere insieme tutti i pezzi.

  «Sì. I raggi mutageni stanno generando la crescita delle antenne. I membri dell'Autorità e tutte le persone rimaste a Cimmerium si stanno strofi-nando la nuca e trovano una bella sorpresa. Tutti quelli a bordo delle navi della flotta d'occupazione stanno facendo la stessa cosa. Adesso sono tutti veri slan.»

  Jommy immaginò cosa stesse accadendo nella città marziana e sui giganteschi veicoli spaziali a forma di ruota. Dei fili minuscoli sarebbero spuntati nella parte posteriore della testa, crescendo e diventando antenne s
ottili. D'un tratto quelle persone sarebbero state in grado di captare i pensieri degli altri... che caos ne sarebbe derivato! I senzantenne appena muta-ti non sarebbero stati capaci di usare le loro nuove facoltà. Sarebbe esplosa una cacofonia nelle loro teste, un gran tumulto a Cimmerium.

  Kathleen scosse il capo, sardonica. «Se Jem Lorry fosse ancora vivo immagino che faccia farebbe sentendosi trasformare in uno dei suoi odiati nemici.»

  «E saprebbe all'improvviso cosa pensano tutti gli altri di lui» soggiunse Joanna.

  «Dunque, come vedete, non c'è più bisogno di essere in conflitto perché le due parti non possono distinguersi l'una dall'altra» concluse Cross.

  Jommy si toccò la nuca, prese coraggio e domandò: «E io? Potete farmi ricrescere le antenne? Potrò essere di nuovo uno slan normale?»

  Suo nonno scosse mesto il capo. «Ahimè, nel tuo caso non si tratta di attivare un processo genetico latente, Jommy. I raggi mutageni non funzionano con te, né con gli umani.»

  «Non siamo ancora capaci di trasformare gli umani, ma la soluzione è vicina, ne sono sicuro.» Philcroft guardò uno degli altri dottori slan, che annuì.

  Kier Gray reagì con un sorriso stanco. «La gente riesce sempre a trovare un motivo per essere in conflitto, comandante. Ma voi ne avete appena eliminato uno dei maggiori.»

  Joanna spostò lo sguardo dal comandante allo scienziato slan. «Intendete dire... che anch'io non dovrò più essere senzantenne? Potete trasformare anche me?» Si grattò la nuca, come se cercasse le delicate appendici. «Sa-prò cosa si prova ad averle?»

  «Hai i geni» disse il dottor Philcroft. «Tutti i senzantenne li hanno.»

  Pure Anthea era interessata, mentre reggeva il bambino. «Anche chi non sapeva di essere uno slan senzantenne.»

 

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