mi cantano, Dormi! sussurrano,
Dormi! bisbigliano, Dormi!
là, voci di tenebra azzurra . . .
Mi sembrano canti di culla,
che fanno ch’io torni com’era . . .
sentivo mia madre . . . poi nulla . . .
sul far della sera.
My Evening
The day was filled with lightning
but now come the stars,
mute stars. In the fields,
the frogs jabber, and the poplar leaves
shake with delicate joy.
Such lightning today!
The entire sky breached. And now
this peace, dusk.
In a sky so raw and alive,
stars themselves ought to open.
Beside the cheerful frogs,
a stream sobs in monotone.
Of all that dark brawl,
and those sharp gusts,
a weeping sweetness remains
in the wet dusk.
It ended, that endless storm—
in a singing stream.
That fragile lightning left
a bruise-hued mist.
Rest, grief. The darkest
of the day’s clouds seem
the most exquisite pink
late in the dusk.
Swallows fly in jumbled loops
and cry in the mild air.
Hunger makes them linger
over dinner. Today the chicks
in nests weren’t given even
their scant share . . . nor I . . .
And this flying, and crying
in the lucid dusk.
Bells from the church tower . . .
call me to sleep. Lulling, they sing
to me, Sleep. Sleep, the bells ring
in a voice of blue shadow. They seem
as I listen like lullabies, lulling me back
to the world as it was . . . I could just
hear my mother . . . then nothing . . .
on the cusp of dusk.
Le rane
Ho visto inondata di rosso
la terra dal fior di trifoglio;
ho visto nel soffice fosso
le siepi di pruno in rigoglio;
e i pioppi a mezz’aria man mano
distendere un penero verde
lunghesso la via che si perde
lontano.
Qual è questa via senza fine
che all’alba è sì tremula d’ali?
chi chiamano le canapine
coi lunghi lor gemiti uguali?
Tra i rami giallicci del moro
chi squilla il suo tinnulo invito?
chi svolge dal cielo i gomitoli
d’oro?
Io sento gracchiare le rane
dai borri dell’acque piovane
nell’umida serenità.
E fanno nel lume sereno
lo strepere nero d’un treno
che va . . .
Un sufolo suona, un gorgoglio
soave, solingo, senz’eco.
Tra campi di rosso trifoglio,
tra campi di giallo fiengreco,
mi trovo; mi trovo in un piano
che albeggia, tra il verde, di chiese;
mi trovo nel dolce paese
lontano.
Per l’aria, mi giungono voci
con una sonorità stanca.
Da siepi, lunghe ombre di croci
si stendono su la via bianca.
Notando nel cielo di rosa
mi arriva un ronzìo di campane,
che dice: Ritorna! Rimane!
Riposa!
E sento nel lume sereno
lo strepere nero del treno
che non s’allontana, e che va
cercando, cercando mai sempre
ciò che non è mai, ciò che sempre
sarà . . .
Frogs
I saw the land flooded with waves
of red clover, saw thorn bushes
bloom in soft furrows.
I saw, midair, the poplars
unraveling: a narrow green fringe
by a road that travels
and thins, to dissolve
far away . . .
What road is this, endless
and wing-filled at daybreak?
Who waits for the warblers’
one-note, wistful call?
Whose quick, tinny voice
comes from mulberry branches
and who spills skeins of gold
from the sky?
I can hear the frogs croak
in the wet, even calm
of freshly grooved gullies
of rain. In the calm light,
they speak the black screech
of a train as it leaves . . .
A whistle sounds out, with no echo.
Between the high waves
of red clover, I find myself here.
Here, between fields of fenugreek,
here—I find myself here, where churches
gleam white between fields
of green; I am here, in my town
far away.
Voices reach me through air,
sounding tired. From hedges,
long shadows of crosses
spread across the white road.
Swimming inside the pink hues
of the sky, the pulsing bells
say, Come back to us.
Stay.
And inside the calm light
I can hear the black screech
of a train that still searches
forever, to find
what is never, and always
will be . . .
Casa mia
Mia madre era al cancello.
Che pianto fu! Quante ore!
Lì, sotto il verde ombrello
della mimosa in fiore!
M’era la casa avanti,
tacita al vespro puro,
tutta fiorita al muro
di rose rampicanti.
Ella non anche sazia
di lagrime, parlò:
“Sai, dopo la disgrazia,
ci ristringemmo un po’ . . .”
Una lieve ombra d’ale
annunzïò la notte
lungo le bergamotte
e i cedri del viale.
“ci ristringemmo un poco,
con le tue bimbe; e fanno . . .”
Era il suo dire fioco
fioco, con qualche affanno.
S’udivano sussurri
cupi di macroglosse
su le peonie rosse
e sui giaggioli azzurri.
“Fanno per casa (io siedo)
le tue sorelle tutto.
Quando così le vedo,
col grembiul bianco, in lutto . . .”
Io vidi allor la mia
vita passar soave,
tra le sorelle brave,
presso la madre pia.
Dissi: “Oh! restare io voglio!
Vidi nel mio cammino
al sangue del trifoglio
presso il celeste lino.
Qui sperderò le oscure
nubi e la mia tempesta,
presso la madre mesta,
tra le sorelle pure!
Lavorerò di lena
tutto il gran giorno; e sento
ch’alla tua parca cena
m’assiderò contento,
quando dal mio lavoro,
o la tua lieve mano
od il vocìo lontano
mi chiamerà, di loro.
E sarò lieto e ricco
io delle mie fatiche,
quando ogni tenue chicco
germinerà tre spiche.
E comprerò leggiadre
vesti alle mie fanciulle,
e l’abito di tulle
alla lor dolce madre”
Così dicevo: in tanto
ella piangea più forte,
e gocciolava il pianto
per le sue guancie smorte.
S’udivano
sussurri
cupi di macroglosse
su le peonie rosse
e sui giaggioli azzurri.
“Oh! tu lavorerai
dove son io? Ma dove
son io, figliuolo, sai,
ci nevica e ci piove!”
Una lieve ombra d’ale
annunzïò la notte
lungo le bergamotte
e i cedri del viale.
“Oh! dolce qui sarebbe
vivere? oh! qui c’è bello?
Altri qui nacque e crebbe!
Io sto, vedi, al cancello”
M’era la casa avanti,
tacita al vespro puro,
tutta fiorita al muro
di rose rampicanti.
Home
My mother stood by the gate.
She was sobbing. For hours
she cried under the mimosa’s
green tent, covered in flowers.
Before me the house
at dusk remained quiet,
climbing roses
in bloom on the walls.
Not tired of tears
she said: “We had
to cut back . . . after
what happened. You know . . . ”
A slight shadow of wings
announced nightfall
along the avenue’s
bergamot and lemon trees.
“We cut back, the girls
and I, and they”—her voice
gave way to sighs,
interrupting her breath.
In the silence now,
I could hear the dark flutter
of hummingbird moths
on irises and red peonies.
“They do it all, your sisters.
I rest. Seeing them like this—
bereaved, and with aprons
knotted, white . . .”
I saw then my life
play out easily, simply,
between my good sisters
and selfless, pure mother.
I told her, “I want to stay.”
I saw it all clear in the path
by the clover’s blood red
that edged the blue linseed.
“I’ll scatter and banish
the rain clouds, my storm,
stay near my chaste sisters,
and sad, wistful mother
and I’ll work without pause
for the whole of each day
and be glad for the meal,
no matter how small
when I’m called back
from work by your delicate
hand, or their chatter
I’ll hear in the distance.
I’ll be cheerful, and thrive:
from hard work I’ll get rich
once each seed of wheat sprouts
at least three golden ears
and I’ll buy the girls
stylish and elegant clothes
and their mother a gown
wrapped in layers of tulle . . .”
I kept talking like this
as my mother continued
to weep. Tears fell
down colorless cheeks.
In the silence now,
I could hear the dark flutter
of hummingbird moths
on irises and red peonies.
“You’ll work here,
where I am?
But it rains here,
my sweet boy, and snows.”
A slight shadow of wings
announced nightfall
along the avenue’s
bergamot and lemon trees.
“It seems great to live here?
Others here were once born;
others here once grew up.
I stay, as you see, by the gate.”
Before me the house
remained quiet at dusk,
climbing roses
in bloom on the walls.
Il bolide
Tutto annerò. Brillava, in alto in alto,
il cielo azzurro. In via con me non c’eri,
in lontananza, se non tu, Rio Salto.
Io non t’udiva: udivo i cantonieri
tuoi, le rane, gridar rauche l’arrivo
d’acqua, sempre acqua, a maceri e poderi.
Ricordavo. A’ miei venti anni, mal vivo,
pensai tramata anche per me la morte
nel sangue. E, solo, a notte alta, venivo
per questa via, dove tra l’ombre smorte
era il nemico, forse. Io lento lento
passava, e il cuore dentro battea forte.
Ma colui non vedrebbe il mio spavento,
sebben tremassi all’improvviso svolo
d’una lucciola, a un sibilo di vento:
lento lento passavo: e il cuore a volo
andava avanti. E che dunque? Uno schianto;
e su la strada rantolerei, solo . . .
no, non solo! Lì presso è il camposanto,
con la sua fioca lampada di vita.
Accorrerebbe la mia madre in pianto.
Mi sfiorerebbe appena con le dita:
le sue lagrime, come una rugiada
nell’ombra, sentirei su la ferita.
Verranno gli altri, e me di su la strada
porteranno con loro esili gridi
a medicare nella lor contrada,
così soave! dove tu sorridi
eternamente sopra il tuo giaciglio
fatto di muschi e d’erbe, come i nidi!
Mentre pensavo, e già sentìa, sul ciglio
del fosso, nella siepe, oltre un filare
di viti, dietro un grande olmo, un bisbiglio
truce, un lampo, uno scoppio . . . ecco scoppiare
e brillare, cadere, esser caduto,
dall’infinito tremolìo stellare,
un globo d’oro, che si tuffò muto
nelle campagne, come in nebbie vane,
vano; ed illuminò nel suo minuto
siepi, solchi, capanne, e le fiumane
erranti al buio, e gruppi di foreste,
e bianchi ammassi di città lontane.
Gridai, rapito sopra me: Vedeste?
Ma non v’era che il cielo alto e sereno.
Non ombra d’uomo, non rumor di péste.
Cielo, e non altro: il cupo cielo, pieno
di grandi stelle; il cielo, in cui sommerso
mi parve quanto mi parea terreno.
E la Terra sentii nell’Universo.
Sentii, fremendo, ch’è del cielo anch’ella.
E mi vidi quaggiù piccolo e sperso
errare, tra le stelle, in una stella.
The Meteor
Blackout. Above me the sky shone a pale, clear blue.
No one was there, no one near— except you,
faraway Rio Salto, who flowed past my home.
I didn’t hear you. All I heard was your road crew
of frogs, out announcing the water and always
more water to pulp mills and farms.
I thought of the past. I recalled how,
at twenty, still fearful of life, I felt I’d die too
in some blood-spattered way. And alone,
late at night, I would come to this path
where my enemy might lie in wait in the dark.
I walked slowly, so slowly, my heart
in my throat while I feigned perfect calm
so he would see I was brave (though
I’d startle at wind, or a firefly’s spark):
slowly, I crept, and my heart leapt ahead.
And what then? A crash—laid out flat
on the path, I’d be gasping, alone . . .
but not alone. The graveyard is near.
Memorial lamps dimly kindling stones.
My mother would come, a hand
brushing my skin, and I’d feel her tears
on my wound like cool dew in the dark.
The others, too, will draw nearer
and gather me up from the path
and with faint
cries, they’ll carry me off
to their land, and they’ll care for me
there—where you smile unending
above your sloped pallet now padded
with mosses and grass, like a nest.
And musing I heard (beyond grapevines
and next to the edge of a ditch, by an elm)
a rough hiss, and a flash, a blast . . . blasting
open, and glowing, and falling, fallen
from the infinite flicker of stars:
a globe of gold that dove mutely toward fields
as if diving toward empty layers of mist,
itself empty as mist—and inside
its instant, it lit all the hedges
and trenches and huts, and clusters
of forest, and night-drifting rivers
and the white, towered towns in the distance.
Enraptured, I asked: Did you see?
But there was only the sky, high and serene.
Not the sound of a step, or silhouette.
The sky, nothing more: dark sky,
surging with huge stars; a sky in which
it seemed the world had been submerged.
And I felt the earth inside the universe.
Shaking, I felt earth as part of the sky. And saw
myself down here, bewildered and small,
wandering on a star among stars.
from Diario autunnale
Bologna, 2 novembre
Per il viale, neri lunghi stormi,
facendo tutto a man a man più fosco,
passano: preti, nella nebbia informi,
che vanno in riga a San Michele in Bosco.
Vanno. Tra loro parlano di morte.
Cadono sopra loro foglie morte.
Sono con loro morte foglie sole.
Vanno a guardare l’agonia del sole.
from Autumn Diary
Bologna, November 2
Up the path, the long black flocks
pass, and darken sidewalks:
rows of priests, blurred by mist,
climbing toward St. Michael in the Woods.
Among themselves they talk about the dead.
Around their heads the leaves are drifting, dead.
All that stays beside them are the leaves.
They’ve come to watch the sunlight leave.
Torre di San Mauro.
Notte dal 9 al 10 novembre
Dormii sopra la chiesa della Torre.
Cantar, la notte, udii soave e piano.
Udii, tra sonno e sonno, voci e passi,
e tintinnire il campanello d’oro,
ed un fruscìo di pii bisbigli bassi,
ed un ronzìo d’alte preghiere in coro,
ed una gloria d’organo canoro,
che dileguava a sospirar lontano.
A sospirar così soave e piano!
Selected Poems of Giovanni Pascoli Page 9