Cuccurucù! cuccurucù!
All’alba il gallo canta:
Chiccherichì! chiccherichì!
Di rose il ciel si ammanta.
Cuccurucù! cuccurucù!
Comincia un gorgheggiare.
Cuccurucù! cuccurucù!
Risalta il sol dal mare.
OIBÒ, PICCINA
Oibò, piccina
Tutto atterrita;
La medicina
Bever si de’: —
Uno, due, tre, —
Ed è finite!
OTTO ORE SUONANO
Otto ore suonano
Picchia il postino!
Ben cinque lettere
Son per Papà;
Una per te,
Nulla per me;
E un bigliettino
V’è per Mammà.
NEL VERNO ACCANTO AL FUOCO
Nel verno accanto al fuoco
Mangio la mia minestra;
E al pettirosso schiudo la finestra,
Ch’ei pur ne voule un poco.
ovvero: —
S’affaccia un pettirosso alla finestra: —
Vieni, vieni a gustar la mia minestra!
Lana ben foderata io porto addosso,
Ma tu non porti che un corpetto rosso.
GRAN FREDDO È INFUORI, E DENTRO È FREDDO UN POCO
Gran freddo è infuori, e dentro è freddo un poco
Quanto è grata una zuppa accanto al fuoco!
Mi vesto di buon panno —
Ma i poveri non hanno
Zuppa da bere, e fuoco a cui sedere,
O tetto, o panni, in questo freddo intense:
Ah mi si stringe il cor mentr’io ci penso!
SCAVAI LA NEVE, — SÌ CHE SCAVAI!
Scavai la neve, — sì che scavai!
Ma fior nè foglia spuntava mai:
Scavai la rena con ansia lena,
Ma fior nè foglia spicca da rena.
O vento aprico, con fiato lieve
Sveglia i fioretti, sgela la neve!
Ma non soffiare su quella rena:
Chi soffia in rena perde la lena.
SÌ CHE IL FRATELLO S’HA UN FALCONCELLO
Sì che il fratello s’ha un falconcello,
E tiene un fior la suora;
Ma che, ma che riman per te,
Il neonato or ora?
Vo’ farti cocchio del mio ginocchio,
Minor mio figliolino;
Da capo a piè ti stringo a me,
Minimo piccino.
UDITE, SI DOLGONO MESTI FRINGUELLI
Udite, si dolgono mesti fringuelli:
Bel nido facemmo per cari gemelli,
Ma tre ragazzacci lo misero in stracci.
Fuggì primavera, s’imbruna la sera,
E tempo ci manca da fare un secondo
Niduncolo tondo.
AHI CULLA VUOTA! ED AHI SEPOLCRO PIENO
Ahi culla vuota! ed ahi sepolcro pieno
Ove le smunte foglie autunno getta!
Lo spirto aspetta in Paradiso ameno,
Il corpo in terra aspetta.
LUGUBRE E VAGABONDO IN TERRA E IN MARE
Lugubre e vagabondo in terra e in mare,
O vento, O vento, a che non ti posare?
Ci trai la pioggia fin dall’occidente,
E la neve ci trai dal nord fremente.
AURA DOLCISSIMA, MA DONDO SIETE?
Aura dolcissima, ma dondo siete? —
Dinfra le mammole: non lo sapete?
Abbassi il viso ad adocchiar l’erbetta
Chi vuol trovar l’ascosa mammoletta.
La madreselva il dolce caldo aspetta:
Tu addolci un freddo mondo, O mammoletta.
FOSS’IO REGINA
Foss’io regina
Tu re saresti:
Davanti a te
M’inchinerei.
Ah foss’io re!
Tu lo vedresti:
Sì, che regina
Mi ti farei.
PESANO RENA E PENA
Pesano rena e pena:
Oggi e doman son brevi:
La gioventude e un fior son cose lievi:
Ed han profondità
Mar magno e magna verità.
BASTA UNA NOTTE A MATURARE IL FUNGO
Basta una notte a maturare il fungo;
Un secol vuol la quercia, e non par lungo:
Anzi il secolo breve e il vesprolungo,
Chè quercia è quercia, e fungo è sempre fungo.
PORCO LA ZUCCA
Porco la zucca
Fitta in parrucca! . .
Che gli diresti mai?
M’inchinerei, l’ossequierei
“Ser Porco, come stai?”
Ahi! guai! per caso mai
Se la coda andasse a male? …
Sta tranquillo:
Buon legale
Gli farebbe un codicillo.
SALTA, RANOCCHIO, E MOSTRATI
Salta, ranocchio, e mostrati;
Non celo pietra in mano:
Merletto in testa e verde vesta,
Vattene salvo e sano.
Rospo lordo, deh non celarti:
Tutto il mondo può disprezzarti,
Ma mal non fai nè mal vo’farti.
SPUNTA LA MARGHERITA
Spunta la margherita
Qual astro in sullo stelo,
E l’erbetta infiorita
Rassembra un verde cielo.
AGNELLINA ORFANELLINA
Agnellina orfanellina
Giace in cima alia collina,
Fredda, sola, senza madre, —
Senza madre ohimè!
Io sarotti e madre e padre,
Io sarò tua pastorella;
Non tremar, diletta agnella,
Io ci penso a te.
AMICO PESCE, PLOVER VORRÀ
Amico pesce, plover vorrà;
Prendi l’ombrella se vuoi star secco.
Ed ecco!
Domani senza fallo si vedrà
Lucertolon “zerbino”
Ripararsi dal sol coll’ombrellino.
SPOSA VELATA
Sposa velata,
Inanellata,
Mite e sommessa:
Sposo rapito,
Insuperbito,
Accanto ad essa: —
Amici, amori,
Cantando a coro,
Davanti a loro
Sparge te fiori!
CAVALLI MARITTIMI
Cavalli marittimi
Urtansi in guerra,
E meglio ci servono
Quelli di terra.
Quest! pacific!
Corrono o stanno:
Quei rotolandosi
Spumando vanno.
O MARINARO, CHE MI APPORTI TU?
O marinaro, che mi apporti tu?
Coralli rossi e bianchi tratti in su
Dal mar profondo.
Pianti non son nè si scavar da mina:
Minime creature in salsa brina
Fecerne mondo.
ARROSSICE LA ROSA: E PERCHÈ MAI?
Arrossice la rosa: e perchè mai?
A cagione del sol: ma Sol, che fai?
E tu, Rosa, che t’hai
Che ti fai rosea sì se bene stai?
LA ROSA CHINA IL VOLTO ROSSEGGIATO
La rosa china il volto rosseggiato,
E bene fa:
Il giglio innalza il viso immacolato,
E ben gli sta.
O CILIEGIA INFIORITA
O ciliegia infiorita,
La bianco rivestita,
Dall’Aprile gradita,
Bella sei tu!
O ciliegia infruttata,
La verde inghirlandata,
La rosso incoronata,
Bella sei tu!
IN TEMA E IN PENA ADDIO
“In tema e in pena addio;
Addio ma in van, tu sai;
Per sempre addio, cor mio” —
“E poi più mai.”
“Oggi e domani addio,
Nel secolo de’guai
/>
A tutto tempo addio” —
“E poi più mai.”
D’UN SONNO PROFONDISSIMO
D’un sonno profondissimo
Dorme la suora mia:
Gli angeli bianchi aligeri
Verranno a trarla via?
In sonno profondissimo
Calma e contenta giace:
Un fiore in man lasciamole,
Un bacio in fronte — e pace!
NINNA NANNA, NINNA NANNA!
Ninna nanna, ninna nanna!
Giace e dorme l’agnellina:
Ninna nanna, ninna nanna!
Monna Luna s’ incammina:
Ninna nanna, ninna nanna!
Tace e dorme l’uccellino:
Ninna nanna, ninna nanna!
Dormi, dormi, O figliolino:
Ninna nanna, ninna nanna!
CAPO CHE CHINASI
Capo che chinasi, —
Occhi che chiudonsi, —
A letto, a letto,
Sonnacchiosetto!
Dormi, carino,
Fino al mattino,
Dormi, carino.
THE SUCCESSION OF KINGS
William the Norman was brave in the field;
And Rufus, his Son, in the chase was killed.
Henry the first early lost his dear Son;
And Stephen’s battles were bravely won.
Henry the second his kingdom increased.
Richard the first led Crusades in the East.
John signed Magna Charta at Runnymede.
Henry the third put his seal to the deed.
Brave Edward the first the Welsh did subdue.
Weak Edward the second had foes not a few.
Edward the third to France did aspire,
Whose Son, the Black Prince, died before his Sire.
Richard the second to weakness was prone;
And Henry the fourth was placed on his throne.
Fifth Henry at Agincourt won the field.
Meek Henry the sixth was forced to yield,
To Edward the fourth who abused his power.
Edward the fifth found a grave in the Tower.
Richard the third was a treacherous friend;
By Henry the seventh he came to his end.
Henry the eighth had six wives in succession.
Edward the sixth was the hope of the nation;
For ten days reigned his Cousin the Lady Jane.
Queen Mary espoused King Philip of Spain.
A reign glorious and long was Elizabeth’s lot.
James the first shrewdly guessed at the Gunpowder Plot.
Charles the first on a scaffold lost his head;
The Protector Cromwell ruled in his stead.
Richard Cromwell from ruling with joy did retire.
Charles the second beheld both the Plague and Fire.
For his faith James the second the crown did lose;
Which third William and Mary did not refuse.
Marlborough fought under good Queen Anne.
The Hanover Line with first George began.
Second George overcame the second Pretender.
In the reign of third George did Napoleon surrender.
George the fourth was long Regent, but King at last.
Under William the fourth the Reform Bill passed.
Good Queen Victoria, the last King’s Niece,
Reigns over England beloved and at peace.
A TRUE STORY(CONTINUED.)
In this great city now the haunt,
Of priest and friar and monk
Where reason sees her ill-starr’d bark,
By superstition sunk;
Where nature’s voice by force repress’d,
Its energy declares,
In demon deeds of wickedness,
When fear its dagger bares;
In Rome itself there lately dwelt
Two sister-maidens fair,
Affianced both to noble youths,
Of form and virtue rare.
Preparing now for that great step,
Of weal or woe the seal,
Before they joyful give their hands,
Where purest love they feel;
(To be continued)
THE TWO ROSSETTIS (BROTHERS THEY)
The two Rossettis (brothers they)
And Holman Hunt and John Millais,
With Stephens chivalrous and bland,
And Woolner in a distant land,
In these six men I awestruck see
Embodied the great P.R.B.
D. G. Rossetti offered two
Good pictures to the public view:
Unnumbered ones great John Millais,
And Holman more than I can say
* * * * * * *
William Rossetti calm and solemn
Cuts up his brethren by the column.
* * * * * * *
IMITATED FROM THE ARPA EVANGELICA: PAGE 121
My Lord, my Love! in pleasant pain
How often have I said:
Blessed that John, who on Thy Breast
Laid down his head.
It was that contact all Divine
Transformed him from above,
And made him amongst men the man
To show forth holy love.
Yet shall I envy blessed John?
Nay, not so verily,
Now that Thou, Lord, both Man & God
Dost dwell in me:
Upbuilding with Thy Manhood’s might
My frail humanity;
Yea, Thy Divinehood pouring forth
In fulness filling me.
Me, Lord, Thy temple consecrate,
Even me to Thee alone;
Lord reign upon my willing heart
Which is Thy throne:
To Thee the Seraphim fall down
Adoring round Thy house;
For which of them hath tasted Thee,
My Manna & my Spouse?
Now that Thy Life lives in my soul
And sways & warms it thro’,
I scarce seem lesser than the world,
Thy temple too.
O God Who dwellest in my heart,
My God Who fillest me,
The broad immensity itself
Hath not encompassed Thee.
“T’amo; e fra dolci affanni” — . p. 121. —
My Lord, my Love! — in love’s unrest
How often have I said:
“Blessed that John who on Thy Breast
Reclined his head.”
Thy touch it was, Love’s Pelican,
Transformed him from above,
And made him amongst men the man
To show forth holy love!
Yet shall I envy blessèd John?
Nay, not so verily,
While Thou indwellest as Thine own
Me, even me:
Upbuilding with Thy Manhood’s worth
My frail humanity;
Yea, Thy Divinehood pouring forth,
In fulness filling me.
Me, Lord, Thy temple consecrate,
Me unto Thee alone;
Within my heart set up Thy state
And mount Thy throne:
The Seraphim in ecstasy
Fall prone around Thy house,
For which of them hath tasted Thee
My Manna and my Spouse?
Now Thou dost wear me for a robe
And sway and warm me thro’,
I scarce seem lesser than the globe, —
Thy temple too:
O God Who for Thy dwelling place
Dost take delight in me,
The ungirt immensity of space
Hath not encompassed Thee.
MR. AND MRS. SCOTT, AND I
Mr. and Mrs. Scott, and I,
With Mr. Manson, Editor,
And of the social Proctors four,
Agreed the season to defy.
We mustered forces at the Rail,
Struck hands and made our interests one:
Alas
for absent Annie Hayle
Who should have shared the fare and fun.
Not neighbour Humble and her child
— Tho’ well-disposed of doubtful force —
But Annie Hayle my verse deplores,
Behatted plump alert and mild.
From Newcastle to Sunderland
Upon a misty morn in June
We took the train: on either hand
Grimed streets were changed for meadows soon.
Umbrellas, tarts and sandwiches
Sustained our spirits’ temperate flow,
With potted jam, and cold as snow
Rough-coated sun-burnt oranges.
1.
GONE TO HIS REST
Gone to his rest
Bright little Bouby!
Build green his nest
Where sun and dew be,
Nor snails molest
2.
A cheerful sage,
Simple, light-hearted:
In ripe old age
He had departed
And ta’en his wage.
3.
Dear for himself;
Dear for another
Past price of pelf;
— (Ah, dearest Mother!) —
Song-singing elf.
4.
O daisies, grow
Lightly above him,
Strike root, and blow:
Delphi Complete Poetical Works of Christina Rossetti Page 75