Sussurri

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Sussurri Page 56

by Dean Koontz


  Ne sentì un paio sulla caviglia e si piegò per allontanarli.

  Uno si arrampicò sul braccio sinistro. L'afferrò con la mano e lo schiacciò.

  Quel terrificante sussurro prodotto dagli insetti in movi­mento era quasi assordante.

  Si coprì le orecchie con le mani.

  Dal soffitto si staccò uno scarafaggio che le cadde sulla testa. Urlando l'afferrò con le dita e lo scaraventò lontano.

  Improvvisamente, le porte si aprirono dietro di lei e la cantina fu invasa dalla luce. Vide l'ondata di scarafaggi che aveva già raggiunto il penultimo gradino e poi la marea che si ritirava alla vista del sole. Sentì Tony che l'afferrava e si ritrovò sotto la pioggia, nella meravigliosa luce grigiastra di quella giornata cupa.

  Tony gettò lontano gli insetti che le erano rimasti attac­cati al vestito.

  "Mio Dio," mormorò Tony. "Mio Dio, mio Dio."

  Hilary si strinse a lui.

  Non c'erano più scarafaggi, ma le parve di sentirli an­cora addosso. Striscianti. Viscidi.

  Fu scossa da un fremito violento e incontrollabile e Tony la strinse con il braccio sano. Le parlò con infinita dolcezza, cercando di calmarla.

  Alla fine lei smise di urlare. "Sei ferito," esclamò.

  "Me la caverò. E potrò tornare a dipingere."

  Hilary vide Frye. Era disteso sull'erba, a faccia in giù, chiaramente morto. Dalla schiena spuntava un coltello e la camicia era intrisa di sangue.

  "Non avevo altra scelta," spiegò Tony. "Non volevo uc­ciderlo. Mi è spiaciuto per lui... sapendo quello che gli aveva fatto passare Katherine. Ma non avevo altra scelta."

  Si allontanarono dal cadavere, attraversando il prato.

  Hilary aveva le gambe che tremavano.

  "Chiudeva i gemelli in quella cantina quando voleva pu­nirli," disse Hilary. "Quante volte l'avrà fatto? Cento? Due­cento? Mille?"

  "Non pensarci," mormorò Tony. "Pensa solo che siamo vivi, che siamo ancora insieme. E pensa anche se sei dispo­sta a sposare un ex poliziotto un po' malconcio che cerca di guadagnarsi da vivere facendo il pittore."

  "Ne sarei felice."

  In quel momento, lo sceriffo Peter Laurenski si preci­pitò fuori della cucina dirigendosi verso di loro. "Che cos'è successo?" domandò. "Tutto bene?"

  Tony non si preoccupò neppure di rispondergli. "Ab­biamo molti anni da trascorrere insieme," confidò a Hilary. "E da ora in poi andrà tutto bene. Per la prima volta in vita nostra, sappiamo chi siamo, che cosa vogliamo e dove siamo diretti. Il passato è sepolto. Il futuro sarà decisa­mente migliore."

  Si incamminarono verso Laurenski mentre la pioggia dell'autunno scorreva dolcemente su di loro e sussurrava nell'erba.

  fine

 

 

 


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