02 Hold Me. Qui

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02 Hold Me. Qui Page 16

by Kathinka Engel


  Con un solo, fluido movimento si volta e mi getta le braccia al collo. Sento l’acqua che dalle sue mani mi gocciola lungo la schiena. Le nostre labbra si incontrano, con la stessa passione che ci ha sopraffatti lo scorso weekend. La sensazione della mia bocca sulla sua è incredibilmente bella e piacevole, confortevole, come tornare a casa. Voglia e desiderio chiedono insistentemente di essere placati e mi strappano un sospiro. Le nostre lingue si intrecciano, prima con dolcezza e cautela, poi ingaggiando una lotta sempre più selvaggia. Affondo nella sua bocca, ed è come se passassimo in continuazione dall’una all’altra, avanti e indietro. Le nostre lingue si accarezzano, e allo stesso modo Zelda muove il suo corpo contro il mio. Poi affonda le dita nei miei capelli e io la sollevo da terra. È leggera come una piuma. La metto a sedere sul bancone della cucina, accanto al lavandino, e mi faccio spazio tra le sue gambe. Il nostro bacio si fa sempre più audace e passionale. Le mie mani si perdono tra i suoi capelli, mentre lei si aggrappa disperatamente alla mia schiena.

  Siamo senza fiato e il nostro bacio si fa più lento, finché non lo interrompiamo in silente accordo nello stesso momento.

  «Sei fantastico», sussurra Zelda.

  «E tu sai di buono», dico avvicinando di nuovo le labbra alle sue. Le succhio dolcemente il labbro inferiore e lei si lascia sfuggire un gemito.

  «So del cibo che mi hai cucinato tu», risponde ridacchiando. «Quindi in realtà era un autocomplimento.»

  «Sì, ma non solo», replico accostando la fronte alla sua. «Perché tu sai di buono anche qui.» La bacio sulla tempia. «E qui.» La bacio sul collo e lei inclina il capo per il piacere. «E qui.» Le mie labbra indugiano sulla sua clavicola.

  Zelda infila le mani sotto la mia camicia e le lascia vagare con cautela intorno ai miei fianchi. «Questo volevo farlo fin dall’inizio», dice sottovoce. «Sentire la tua pelle.»

  Fermo le mani sulle sue cosce e mi godo la sensazione del suo tocco. È lieve e delicato. Le sue dita mi provocano un fremito, un misto di piacere e dolce tortura. Comincio ad accarezzarle le cosce con i pollici, poi avvicino di nuovo le labbra alle sue e mi lascio portare via dalle sensazioni suscitate dal suo tocco. Le sue mani aumentano la pressione su di me, e anch’io stringo più forte. Per un attimo, mi spaventa la forza con cui la sto toccando, ma lei scivola ancora più vicino al mio corpo e sporge in fuori il bacino, per incontrare la mia erezione calda e pulsante. Infilo le dita sotto il suo vestito, non aumento la pressione, ma accarezzo la sua pelle splendida e morbida, che mi fa quasi svenire dal desiderio. Il mio pollice si spinge su lungo le sue gambe e riesco a sentire la sua eccitazione. Sono impaziente di essere dentro di lei, qui e ora, per mostrarle quanto ci tengo. E darle ciò che evidentemente vuole.

  «Ho portato una cosa», dice senza fiato.

  Mi lascio sfuggire una risata divertita e allo stesso tempo frustrata. Perché interromperci adesso?! Solo Zelda può saperlo. Mi allontano e lei salta giù dal bancone, mi prende per mano e mi trascina dietro di lei.

  «Ricordi quando abbiamo detto che la prossima volta dovevamo essere preparati?» chiede.

  «Sì», dico con voce roca, non sono più molto padrone di me stesso.

  «Non volevo lasciare la faccenda al caso, quindi ho portato questi.»

  Dalla borsa di iuta tira fuori una scatola di preservativi. Non è una scatola qualsiasi, sembra la confezione di una scorta annuale, ed è identica a quella che ho comprato io. Mi viene da ridere e mi chino su di lei per baciarla di nuovo con passione. La spingo contro la parete, tenendole una mano dietro la testa perché non si faccia male.

  «Okay, vieni.» Non ce la faccio più ad aspettare.

  La prendo per mano e la porto in camera mia. È buio, ma invece di accendere la lampada lascio Zelda per un istante e infilo una spina nella presa della corrente. Le lanterne del giardino pensile di Rhys si accendono, illuminando la stanza, ma soprattutto il letto che ho costruito per noi.

  Torno a guardare Zelda e leggo la sorpresa nei suoi occhi. È sbalordita e raggiante.

  «Wow», sussurra, «è meraviglioso.»

  «Be’, sai», dico un po’ imbarazzato, «il mio letto è piccolo e cigola, dovevo inventarmi qualcosa perché la nostra prima volta fosse indimenticabile.» A giudicare dal suo sguardo ci sono riuscito. Ho costruito un piccolo nido d’amore con cuscini e coperte, e le lanterne creano un’atmosfera calda e bellissima. Mi piaceva già quando l’ho allestito, ma la reazione di Zelda supera ogni mia aspettativa e mi fa pregustare la gioia per quello che accadrà. Perché accadrà. Andrò a letto con lei. È come se tutti i desideri della mia vita fossero stati esauditi di colpo.

  Alla luce delle lanterne, la pelle di Zelda sembra davvero risplendere e mi fa tornare alla mente la prima sera che l’ho incontrata. Allora tra di noi le cose erano diverse, ma avevo già intuito che era una persona fantastica.

  «Spogliami», dice spalancando gli occhi, che traboccano di sincerità.

  Mi avvicino con dita tremanti e tutto il corpo in preda a un fremito. Le sollevo un po’ il vestito e lascio vagare le mie mani sotto la stoffa, ma invece di toglierlo afferro l’orlo dei suoi leggings e lo tiro con dolcezza verso il basso. Mi metto in ginocchio davanti a lei e le faccio poggiare la gamba sinistra sulla mia coscia, senza mai smettere di guardarla negli occhi. Non voglio interrompere il nostro contatto visivo nemmeno per un secondo.

  Le sfilo lentamente i leggings, accarezzando allo stesso tempo la sua pelle di seta, e ripeto lo stesso gesto con l’altra gamba. Poi Zelda mi fa alzare e io esploro la sua schiena in cerca di una cerniera lampo, che poi apro. Solo il rumore mi provoca un brivido in tutto il corpo e sento la mia erezione a contatto con i pantaloni; temo di perdere definitivamente il controllo sui miei pensieri.

  Passo le dita sotto la stoffa del vestito, cingo la minuscola vita di Zelda tra le mie grandi mani. Ci stiamo ancora guardando negli occhi. Lei ha schiuso le labbra e trema leggermente, mentre io faccio scorrere il pollice lungo l’orlo superiore del suo reggiseno. Poi solleva lentamente le braccia per aiutarmi a sfilarle il vestito dalla testa. Deglutisco alla vista del suo corpo, adesso coperto solo dalla biancheria intima. È così bella. Così bella!

  «Continua», sussurra lei, e io non mi faccio pregare.

  Con pochi, rapidi movimenti, le slaccio il reggiseno. Lei si toglie le bretelline dalle spalle, e la stoffa scivola giù rivelando i suoi seni. Un po’ titubante, li copro con le mie mani, che tutto a un tratto mi sembrano troppo grosse e rozze per un essere così delicato e meraviglioso. Nuda, davanti a me, Zelda mi fa pensare a una creatura magica.

  Evidentemente sto andando troppo lento per lei, perché un attimo dopo la vedo sfilarsi le mutandine nere di seta. Rimango senza fiato, e per un istante devo fermarmi, fare un passo indietro e guardarla. Alla luce delle lanterne la sua pelle sembra quasi dorata. Ha i capezzoli induriti e un po’ di pelle d’oca, anche se non fa freddo. Quindi, dev’essere l’eccitazione.

  «Adesso tocca a te», ansimo, e lei comincia subito a slacciare i bottoni della mia camicia, uno dopo l’altro, con una lentezza esasperante. Mi tolgo la camicia e stringo Zelda al petto. Non posso resistere, devo sentire la sua pelle sulla mia, o rischio di svenire di desiderio. Il suo seno perfetto preme contro i miei addominali e il mio cervello si spegne. La bacio sulle sue meravigliose labbra, sull’angolo della bocca. Mi sposto sul collo e lo succhio con dolcezza. Intreccio le dita alle sue e porto le sue mani alla bocca, per baciarle mentre la guardo negli occhi. Affondo la testa tra i suoi seni e mi lascio cadere lentamente in ginocchio, tracciando una fila di baci che dal seno scendono fino all’ombelico e poi ai fianchi. Sento che le sue gambe cominciano a tremare. Infine, la bacio tra le gambe, e lei si lascia sfuggire un gemito, poi si mette anche lei in ginocchio. Sulla mia gamba, per la precisione. Preme le labbra con forza sulle mie e infila la lingua con decisione nella mia bocca. Con il suo corpo nudo e immacolato sopra di me, mi sdraio all’indietro, finché non ci ritroviamo nel nostro piccolo nido d’amore. Senza interrompere il bacio, Zelda armeggia con la mia cintura e con il bottone dei jeans, ma io non ce la faccio più a resistere e m
i libero rapidamente dei pantaloni e dei boxer. Per un breve istante mi rendo conto della mia evidente eccitazione, ma un attimo dopo mi giro su un fianco e stringo Zelda a me. La nostra nudità mi eccita ancora di più – non credevo fosse possibile – e la mia erezione le sfiora un fianco. Faccio scivolare le mani su tutto il suo corpo, le bacio i seni, le succhio i capezzoli, voglio sentire tutto di lei. Zelda si inarca contro di me, ansima di piacere e si aggrappa disperatamente alla mia schiena. Il desiderio ha reso la mia pelle ipersensibile, percepisco ogni suo tocco con intensità doppia e mi ci vuole uno sforzo immane per non entrare in lei immediatamente. Mentre ci baciamo ansimanti ed esploriamo l’uno il corpo dell’altra, vedo Zelda pescare un preservativo dalla scatola.

  Le sorrido a fior di labbra, sono così felice che lei sia qui con me. Nello stesso istante, mi coglie il timore di poterle fare male. Lei è un tipo tosto, ma adesso che la vedo nuda accanto a me sembra così fragile che ho paura di romperla.

  «Starò attento a non farti male.»

  «Un po’ puoi anche farmene», sussurra lei, e il suo sorriso invitante e rilassato è la cosa più bella che io abbia mai visto in vita mia.

  Mi metto il preservativo e le dita mi tremano al punto che ho quasi paura di non riuscirci. D’altro canto, è passato un bel po’ di tempo dal mio ultimo incontro intimo con una ragazza. In questo anno e mezzo ho vissuto come un monaco, prima per forza, poi per mia libera scelta. Ma la sensazione di sicurezza e familiarità che provo con Zelda mi fa dimenticare ogni timidezza.

  Mi rotolo su di lei sorreggendomi sui gomiti, in modo da non caricarle addosso tutto il mio peso, e con una mano le accarezzo i capelli. La bacio sulla fronte, sulle tempie, sul naso.

  «Dio mio, quanto sei bella!» dico.

  Per vedere se è pronta ad accogliermi, accarezzo con l’indice tra le sue gambe. È calda e umida, e quando vi affondo il dito, lei geme. Non riesco davvero più a trattenermi.

  21

  Zelda

  MALIK mi bacia, affamato e impetuoso. Io inarco il bacino verso di lui, perché non ce la faccio più, devo averlo dentro di me. Lentamente, molto lentamente, mi penetra e si lascia sfuggire un sospiro. All’inizio devo abituarmi alle sue dimensioni, ma dopo un istante la sensazione non diventa soltanto piacevole, ma bellissima e perfetta, e Malik entra ancora più a fondo, spingendosi in avanti un centimetro dopo l’altro. In quei primi istanti io rimango immobile, sopraffatta dalla sensazione di averlo dentro di me. Lui si tira leggermente indietro e poi affonda di nuovo.

  «Tutto okay?» mi chiede preoccupato.

  «Molto più che okay», sussurro. «È… incredibile! Tu sei incredibile.»

  Lui mi sorride con un’aria sexy che mi fa impazzire e si tira di nuovo un po’ indietro. Poi spinge per la prima volta con forza dentro di me, toccandomi in un punto che nessuno aveva mai sfiorato prima. Mi fa vedere le stelle. Chiudo gli occhi e mi concentro sulla sensazione che suscita dentro di me, semplicemente muovendosi avanti e indietro. Con cautela e delicatezza. Mi sto abituando a sentirlo, ma sono ancora incapace di muovermi, anche se tutto il mio corpo è scosso da fremiti e tremori. Dopo un po’, però, riesco a unirmi al suo ritmo, anche se all’inizio in maniera un po’ titubante. Lui intreccia le dita alle mie, mentre una sottile pellicola di sudore gli si forma sulla fronte, probabilmente perché gli costa molta fatica trattenersi.

  I nostri movimenti si fanno più audaci. Io mi faccio più audace. Lui spinge più forte e il mio cervello mi abbandona. Di più, ancora di più. Mi muovo insieme a lui, contro di lui, sento il rumore della mia pelle che scivola contro la sua. Non riesco a pensare ad altro che alla dolce sensazione che sta suscitando dentro di me, e mi accorgo di essermi stretta ancora di più a lui. Finora non sapevo nemmeno dell’esistenza del punto che lui sta stimolando con un’intensità quasi insopportabile. E deliziosa. Esagerata. Lui geme, io ansimo, e dopo un altro paio di spinte raggiungo l’orgasmo. Inarco la schiena e tremo, mentre un calore devastante si diffonde in ogni millimetro del mio corpo come una fiammata. Un istante dopo, anche Malik viene. È stato tutto così dirompente che lui si accascia su di me e rimane immobile. Io sono sciolta, in mille pezzi.

  Siamo entrambi fradici di sudore e pienamente soddisfatti. Dopo un po’, Malik rotola giù, si toglie il preservativo e mi guarda. I suoi occhi sono colmi di incredulità.

  «Io… è stato…» balbetta.

  «Lo so», rispondo, accarezzandogli la schiena con la punta delle dita.

  «Non avevo mai provato niente del genere.»

  «Nemmeno io», confesso.

  «Tu stai bene?» mi chiede poi, con una ruga di preoccupazione sulla fronte. «Non volevo essere così… ma è stato impossibile. Non sono riuscito a fermarmi.»

  «Va tutto bene», dico regalandogli un sorriso felice. «È stato perfetto.»

  «Sì», risponde lui, ma mi sembra meno rilassato di me.

  «Che hai?» gli chiedo quindi.

  «Io… sto cercando di capire cosa è successo tra noi.»

  «Capisco cosa intendi.» Anch’io non ho ancora capito come sia possibile abbandonarsi in questo modo a una persona, da un momento all’altro.

  «Prima non c’era niente, e poi all’improvviso…» continua lui.

  «All’improvviso c’è tutto», concludo la sua frase.

  Malik annuisce e lascia vagare lentamente lo sguardo sul mio corpo nudo. Con una certa soddisfazione, noto che i suoi occhi indugiano particolarmente sul mio seno. Alla faccia tua, stupida alta società! Quelle orribili protesi di gomma non servono a nessuno. Poi mi guarda di nuovo negli occhi, e nel suo sguardo leggo tutta la sua perplessità, ma anche qualcos’altro. Dolcezza, forse? Gli accarezzo una guancia, Malik mi abbraccia e mi stringe a sé, e io sento il battito forte e regolare del suo cuore, mentre con un dito ruvido lui sfiora leggermente la mia pelle. Rimaniamo così per quella che mi sembra un’eternità, stretti l’uno all’altra, vicini, ma in un certo senso ancora sconosciuti. Mi godo il suo profumo e anche lui inspira avidamente il mio. Siamo assolutamente rilassati e allo stesso tempo aggrappati saldamente l’uno all’altra.

  «Vorrei poter rimanere per sempre così», dico nel silenzio.

  «Io ti terrei volentieri stretta a me per sempre», risponde lui, e sembra sincero. Se avessi un solo desiderio a disposizione, chiederei questo, che lui non mi lasci mai andare. Vorrei che potessimo rimanere per sempre abbracciati. So che è un pensiero ingenuo, ma stare tra le sue braccia forti e muscolose mi riempie di un’irrefrenabile voglia di vivere e allo stesso tempo di una tranquillità che ci avvolge come un mantello. È come se, a parte noi, non ci fosse nessun altro al mondo, e ogni altro pensiero fosse lontanissimo, sospeso a tempo indeterminato.

  «Sai una cosa?» dico dopo che il mio cervello ha recuperato almeno qualcuna delle sue funzioni normali. «Avremmo dovuto conservare il dessert per questo momento.»

  Malik ridacchia, ancora con gli occhi chiusi. «Non dirmi che sei seria. Quanto zucchero può ingerire una persona senza morire?»

  «Forse potremmo fare un esperimento e scoprirlo. Tu mi riempi di zucchero e io ti fermo quando raggiungo il limite.»

  «Sempre che ci sia un limite.» Mi bacia sulla testa e mi prende il viso tra le mani. «In realtà ne ho fatti tre, di tortini. Uno volevo lasciarlo a Rhys, ma direi che puoi averlo tu.»

  Spalanco gli occhi. «E io che pensavo che non potessi essere più fantastico di così! Evidentemente mi sbagliavo.»

  Lui si alza barcollando leggermente, quello che è appena successo ha lasciato il segno su entrambi. Io prendo una coperta di lana e, quando Malik ritorna, mi trova avvolta nella stoffa.

  «Ehi», esclama. «Il dolce te lo do soltanto se fai sparire quella coperta.» Si siede accanto a me con un piatto in mano. «Tanto ormai ti ho già vista nuda. E toccata. E assaggiata.»

  «Bisogna sempre mantenere un po’ di mistero», rispondo in tono impertinente. «Lo sanno tutte le ragazze sopra i quattordici anni, c’è scritto in tutte le riviste per adolescenti, insieme ad altri pratici consigli, tra cui: esiste una via di mezzo tra grassa e magra, ma è prerogativa solo di alcune attrici
sudamericane che hanno le curve al posto giusto; la cellulite corrisponde di fatto alla fine del mondo; se vuoi conquistare un uomo evita semplicemente di essere te stessa.»

  «Cosa sono queste cavolate?» chiede Malik, porgendomi una forchettata di torta.

  «Utili consigli che ci vengono dati su come vivere la nostra vita. Bello eh?» rispondo a bocca piena, alzando gli occhi al cielo.

  «Per favore, tu resta sempre te stessa», dice Malik, imboccandomi di nuovo.

  Quando finiamo di mangiare – ho dovuto lasciare qualcosa anche a lui, si capisce – Malik comincia a tirare la coperta e io la faccio scivolare giù, in modo che possa vedermi di nuovo. Il piacere che gli suscita è così evidente che divento tutta rossa. Tra le sue gambe intravedo di nuovo un’erezione. Sono ancora pienamente soddisfatta, ma non resisto all’idea e allungo una mano per prendere un altro preservativo.

  Questa volta ci metto meno tempo ad abituarmi a lui, è come se il mio corpo si fosse adattato al suo. Siamo meno impazienti, ci concentriamo di più sull’altro e meno su quello che ci sta succedendo. Ci guardiamo per tutto il tempo, mentre ci muoviamo avanti e indietro, ed è un’esperienza intensa come la prima volta, e ugualmente esplosiva. Adesso, però, sembriamo più sicuri, non abbiamo più così tanto bisogno di conferme. Siamo più consapevoli, più fiduciosi. È così bello che per un momento, quando sto per venire, mi viene da piangere. Poi però ricaccio indietro le lacrime di felicità e di passione.

  Dopo la nostra seconda volta siamo così stanchi che rimaniamo a coccolarci sotto le coperte. Mi sento come se di me fosse rimasto solo il guscio esterno, colmo di felicità, soddisfazione e leggerezza. Un guscio che ha bisogno soltanto di una cosa per riempirsi: Malik.

 

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