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Sicilian Stories

Page 13

by Giovanni Verga


  He went along speaking to each of the colts that way, so that they would gain confidence hearing his voice in the darkness. But he felt bad that Blaze and Little Blackie were going to the fair to be sold.

  “Once they’re sold, they’ll go off with their new owner, and I won’t see them in the herd anymore. It was that way with Mara after she left for Marineo.

  “Her father is doing very well down there in Marineo; when I went to see them they served me bread, wine, cheese, and all the good things God gives, because he’s practically the steward there and he keeps the keys to everything; I could have eaten the whole farmhouse if I’d felt like it. Mara scarcely recognized me, it had been so long since

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  7. Literally, “the cluster of chickens,” or something similar (Sicilian puddu = pollo).

  guarda! è Jeli, il guardiano dei cavalli, quello di Tebidi! Gli è come quando uno torna da lontano, che al vedere soltanto il cocuzzolo di un monte gli basta a riconoscere subito il paese dove è cresciuto. La gnà Lia non voleva che le dessi più del tu, alla Mara, ora che sua figlia si è fatta grande, perché la gente che non sa nulla, chiacchiera facilmente. Mara invece rideva, e sembrava che avesse infornato il pane allora allora, tanto era rossa; apparecchiava la tavola, e spiegava la tovaglia che non pareva più quella. – O che non ti rammenti più di Tebidi? le chiesi appena la gnà Lia fu sortita per spillare del vino fresco dalla botte. – Sì, sì, me ne rammento, mi disse ella, a Tebidi c’era la campana col campanile che pareva un manico di saliera, e si suonava dal ballatoio, e c’erano pure due gatti di sasso, che facevano le fusa sul cancello del giardino. – Io me le sentivo qui dentro tutte quelle cose, come ella andava dicendole. Mara mi guardava da capo a piedi con tanto d’occhi, e tornava a dire: – Come ti sei fatto grande! e si mise pure a ridere, e mi diede uno scapaccione qui, sulla testa.

  In tal modo Jeli, il guardiano dei cavalli, perdette il pane, perché giusto in quel punto sopravveniva all’improvviso una carrozza che non si era udita prima, mentre saliva l’erta passo passo, e s’era messa al trotto com’era giunta al piano, con gran strepito di frusta e di sonagli, quasi la portasse il diavolo. I puledri, spaventati, si sbandarono in un lampo, che pareva un terremoto, e ce ne vollero delle chiamate, e delle grida e degli ohi! ohi! ohi! di Jeli e del ragazzo prima di raccoglierli attorno alla bianca, la quale anch’essa trotterellava svogliatamente, col campanaccio al collo. Appena Jeli ebbe contato le sue bestie, si accorse che mancava lo stellato, e si cacciò le mani nei capelli, perché in quel posto la strada correva lungo il burrone, e fu nel burrone che lo stellato si fracassò le reni, un puledro che valeva dodici onze come dodici angeli del paradiso! Piangendo e gridando egli andava chiamando il puledro – ahu! ahu! ahu! che non ci si vedeva ancora. Lo stellato rispose finalmente dal fondo del burrone, con un nitrito doloroso, come avesse avuto la parola, povera bestia!

  – Oh! mamma mia! andavano gridando Jeli e il ragazzo. Oh! che disgrazia, mamma mia!

  I viandanti che andavano alla festa, e sentivano piangere a quel modo in mezzo al buio, domandavano cosa avessero perso; e poi, come sapevano di che si trattava, andavano per la loro strada.

  Lo stellato rimaneva immobile dove era caduto colle zampe in aria, e mentre Jeli l’andava tastando per ogni dove, piangendo e parlandogli quasi avesse potuto farsi intendere, la povera bestia rizzava il collo

  we’d met, and she started shouting: ‘Oh, look, it’s Jeli the horseherd, the one from Tebidi!’ It’s like when you come home from far away, and all you need to do is see the summit of one mountain to recognize immediately the place where you grew up. Mis’ Lia didn’t want me to say tu to Mara anymore, now that her daughter is full-grown, because people who don’t know the circumstances are likely to gossip. But Mara was laughing, and she was so bright and ruddy, you’d think she had just put the bread in the oven that moment; as she set the table and unfolded the tablecloth, she didn’t look like the same girl. ‘Don’t you remember Tebidi anymore?’ I asked her as soon as Mis’ Lia had gone out to tap some fresh wine from the cask. ‘Yes, yes, I remember,’ she said, ‘at Tebidi there was a bell in a tower that resembled the handle of a saltcellar, and there was music from the veranda, and there were also two stone cats that purred on the garden gate.’ I felt all those things inside of me as she was mentioning them. Mara looked me up and down with wide eyes, and kept saying: ‘How big you’ve grown!’ And she also started to laugh and gave me a clout here, on the head.”

  That was how Jeli the horseherd, lost his means of support, because at that very moment a carriage suddenly appeared that no one had heard earlier, while it was slowly ascending the incline; but when it reached level ground, the horses had begun to trot, making a great racket of whip and bells, as if the devil were driving them. The frightened colts scattered in the twinkling of an eye—it looked like an earthquake—and it took calling, shouting, and repeated hey’s by Jeli and the boy before they were reassembled around Whitie, who was also moving at a listless jogtrot, the bell on her neck. As soon as Jeli had counted his horses, he was aware that Blaze was missing. He thrust his hands into his hair, because at that spot the road ran past the gorge; and it was in the gorge that Blaze broke his back, a colt worth twelve onze like twelve heavenly angels! Weeping and shouting, Jeli kept calling the colt—ah-oo, ah-oo, ah-oo!—which was not yet visible. Finally Blaze answered from the bottom of the gorge with a sorrowful neigh as if he could speak, poor animal!

  “Oh, God!” Jeli and the boy kept shouting. “Oh, God, what a disaster!”

  The passersby on their way to the feast, hearing that kind of weeping in the dark, asked them what they had lost. Then, when they found out what it was all about, they proceeded on their way.

  Blaze remained motionless where he had fallen, his legs in the air, and while Jeli felt him all over, weeping and talking to him as if he could make himself understood, the poor animal was lifting his neck

  penosamente, e voltava la testa verso di lui e allora si udiva l’anelito rotto dallo spasimo.

  – Qualche cosa si sarà rotto! piagnuccolava Jeli, disperato di non poter vedere nulla pel buio; e il puledro inerte come un sasso lasciava ricadere il capo di peso. Alfio rimasto sulla strada a custodia del branco, s’era rasserenato per il primo e aveva tirato fuori il pane dalla sacca. Ora il cielo s’era fatto bianchiccio e i monti tutto intorno parevano che spuntassero ad uno ad uno, neri ed alti. Dalla svolta dello stradone si cominciava a scorgere il paese, col monte del Calvario e del Mulino a vento stampato sull’albore, ancora foschi, seminati dalle chiazze bianche delle pecore, e come i buoi che pascolavano sul cocuzzolo del monte, nell’azzurro, andavano di qua e di là, sembrava che il profilo del monte stesso si animasse e formicolasse di vita. La campana dal fondo del burrone non si udiva più, i viandanti si erano fatti più rari, e quei pochi che passavano avevano fretta di arrivare alla fiera. Il povero Jeli non sapeva a qual santo votarsi in quella solitudine; lo stesso Alfio da solo non poteva giovargli per niente; perciò costui andava sbocconcellando pian piano il suo pezzo di pane.

  Finalmente si vide venire a cavallo il fattore, il quale da lontano strepitava e bestemmiava accorrendo, al vedere gli animali fermi sulla strada, sicché lo stesso Alfio se la diede a gambe per la collina. Ma Jeli non si mosse d’accanto allo stellato. Il fattore lasciò la mula sulla strada, e scese nel burrone anche lui, cercando di aiutare il puledro ad alzarsi e tirandolo per la coda. – Lasciatelo stare! diceva Jeli bianco in viso come se si fosse fracassate le reni lui. Lasciatelo stare! Non vedete che non si può muovere, povera bestia!

  Lo stellato infatti ad ogni movimento, e ad ogni sforzo che gli facevano fare metteva un rantolo che pareva un cristiano. Il fattore si sfogava a calci e scapaccioni su di Jeli, e tirava pei piedi gli angeli e i santi del paradiso. Allora Alfio più rassicurato era tornato sulla strada, per non lasciare le bestie senza custodia, e badava a scolparsi dicendo: – Io non ci ho colpa. Io andavo innanzi colla bianca.

  – Qui non c’è più nulla da fare, disse alfine il fattore, dopo che si
persuase che era tutto tempo perso. Qui non se ne può prendere altro che la pelle, sinché è buona.

  Jeli si mise a tremare come una foglia quando vide il fattore andare a staccare lo schioppo dal basto della mula. – Levati di lì, paneperso! gli urlò il fattore, ché non so chi mi tenga dallo stenderti per terra accanto a quel puledro che valeva assai più di te, con tutto il battesimo porco che ti diede quel prete ladro!

  painfully and turning his head toward him; then you could hear his uneven breathing in his pangs of agony.

  “He must have broken something!” Jeli was whining, in despair because he couldn’t see anything in the dark; and the colt, inert as a stone, let his head fall back heavily. Alfio, who had remained on the road in charge of the herd, had been the first to calm down, and had taken the bread out of the knapsack. Now the sky had turned whitish and the mountains all around seemed to be emerging one by one, tall and black. From the bend in the road, you could start to make out the locality, with Calvary Hill and Windmill Hill stamped against the dawn light, still dark, but dotted with the white forms of sheep; and, since the oxen grazing on the mountain summit, against the blue, were walking to and fro, the very outline of the mountain seemed to become animated and teem with life. The bell from the bottom of the gorge was no longer to be heard, the number of passersby had decreased, and those few who did go by were in a hurry to get to the fair. Poor Jeli didn’t know what to do first in that lonely spot; Alfio on his own couldn’t be of any help to him, and so the boy went on nibbling his piece of bread slowly.

  Finally they saw, arriving on muleback, the steward, who was shouting from the distance and cursing as he approached, at the sight of the horses stationary on the road, so that Alfio ran away down the hill. But Jeli didn’t leave Blaze’s side. The steward left his mule on the road, and he himself climbed down into the gorge, where he tried to help the colt stand up, pulling him by the tail. “Let him be!” Jeli was saying, his face as white as if he were the one with a broken back. “Let him be! Don’t you see he can’t move, poor animal!”

  Indeed, at every movement, at every effort they made him attempt, Blaze emitted a death rattle like a human being’s. The steward vented his anger on Jeli with kicks and cuffs, and was cursing all the angels and saints in Paradise. By then Alfio, more reassured, had returned to the road, so that the horses wouldn’t be left without supervision; he was carefully excusing himself, saying: “It’s not my fault. I was walking up front with Whitie.”

  “There’s nothing more to be done here,” the steward finally said, after he was convinced it was all a waste of time. “All we can salvage from this is his hide, while it’s still any good.”

  Jeli began trembling like a leaf when he saw the steward go and detach his rifle from the mule’s packsaddle. “Get away from there, you good-for-nothing!” the steward howled at him, “because I don’t know how I’m keeping myself from stretching you out on the ground next to that colt, which was worth so much more than you, for all that damned baptism the thieving priest gave you!”

  Lo stellato, non potendosi muovere, volgeva il capo con grandi occhi sbarrati quasi avesse inteso ogni cosa, e il pelo gli si arricciava ad onde, lungo le costole, sembrava ci corresse sotto un brivido. In tal modo il fattore uccise sul luogo lo stellato per cavarne almeno la pelle, e il rumore fiacco che fece dentro le carni vive il colpo tirato a bruciapelo parve a Jeli di sentirselo dentro di sé.

  – Ora se vuoi sapere il mio consiglio, gli lasciò detto il fattore, cerca di non farti veder più dal padrone per quel salario che avanzi, perché te lo pagherebbe salato assai!

  Il fattore se ne andò insieme ad Alfio, cogli altri puledri che non si voltavano nemmeno a vedere dove rimanesse lo stellato, e andavano strappando l’erba dal ciglione. Lo stellato se ne stava solo nel burrone, aspettando che venissero a scuoiarlo, cogli occhi ancora spalancati, e le quattro zampe distese, che allora solo aveva potuto distenderle. Jeli, ora che aveva visto come il fattore aveva potuto prender di mira il puledro che penosamente voltava la testa sbigottito, e gli fosse bastato il cuore per tirare il colpo, non piangeva più, e stava a guardare lo stellato duro duro, seduto sul sasso, fin quando arrivarono gli uomini che dovevano prendersi la pelle.

  Adesso poteva andarsene a spasso, a godersi la festa, o starsene in piazza tutto il giorno, a vedere i galantuomini nel caffè, come meglio gli piaceva, ché non aveva più né pane, né tetto, e bisognava cercarsi un padrone, se pure qualcuno lo voleva, dopo la disgrazia dello stellato.

  Le cose del mondo vanno così: mentre Jeli andava cercando un padrone colla sacca ad armacollo e il bastone in mano, la banda suonava in piazza allegramente, coi pennacchi nel cappello, in mezzo a una folla di berrette bianche fitte come le mosche, e i galantuomini stavano a godersela seduti nel caffè. Tutta la gente era vestita da festa, come gli animali della fiera, e in un canto della piazza c’era una donna colla gonnella corta e le calze color di carne che pareva colle gambe nude, e picchiava sulla gran cassa, davanti a un gran lenzuolo dipinto, dove si vedeva una carneficina di cristiani, col sangue che colava a torrenti, e nella folla che stava a guardare a bocca aperta c’era pure massaro Cola, il quale lo conosceva da quando stava a Passanitello, e gli disse che il padrone glielo avrebbe trovato lui, poiché compare Isidoro Macca cercava un guardiano per i porci. – Però non dir nulla dello stellato, gli raccomandò massaro Cola. Una disgrazia come questa può accadere a tutti, nel mondo. Ma è meglio non dir nulla.

  Andarono perciò a cercare compare Macca, il quale era al ballo, e nel tempo che Massaro Cola andò a fare l’imbasciata Jeli aspettò sulla

  Blaze, unable to move, was turning his head with big goggling eyes, as if he had understood everything, and his skin was rippling in waves along his ribs as if a shudder were running through him. And so, on the spot, the steward killed Blaze so he could get at least his hide out of him; it seemed to Jeli that he felt in his own body the dull thud that the point-blank shot made in the living flesh.

  “Now, if you want my advice,” the steward declared, “don’t try to see the proprietor anymore to ask for the wages he still owes you, because you wouldn’t like the way he’d give them to you!”

  The steward left along with Alfio and the remaining colts, which didn’t even turn around to see what had become of Blaze, but were pulling up grass from the embankment. Blaze was left alone in the gorge, waiting for the skinners to come, his eyes still wide open and his four legs stretched out, because only in death had he been able to extend them. Now that Jeli had seen how the steward had been able to take aim at the colt, which was painfully turning its head in a panic, and how he had had the heart to shoot, he was no longer weeping, but stood there staring fixedly at Blaze. He remained seated on a rock until the men came to procure the hide.

  Now he could stroll at leisure to enjoy the feast, or stay in the village square all day long watching the gentry in the café—whatever he liked—because he no longer had food coming in or a roof over his head. He had to look for an employer, if anyone would still take him on after the Blaze catastrophe.

  That’s how things go in this world: while Jeli was seeking employment, his knapsack slung over his shoulder and his staff in his hand, the band members were playing cheerfully in the square with plumes on their hats amid a crowd of white peasant caps as thick as flies, and the gentry were sitting in the café enjoying themselves. Everyone was wearing their holiday best, just like the animals at the fair, and in one corner of the square there was a woman with a short skirt and flesh-colored stockings that made her look barelegged; she was beating on a bass drum in front of a large painted cloth depicting a massacre of Christian martyrs, their blood flowing in torrents. In the crowd that was looking on open-mouthed was also farmer Cola, who had known Jeli ever since he had been at Passanitello. He told him he himself would find employment for him, because neighbor Isidoro Macca was looking for a swineherd. “But don’t say anything about Blaze,” farmer Cola advised him. “An accident like that can happen to anyone in the world. But it’s better not to m
ention it.”

  And so they went looking for neighbor Macca, who was at the dance; while farmer Cola went to negotiate, Jeli waited on the road

  strada, in mezzo alla folla che stava a guardare dalla porta della bottega. Nella stanzaccia c’era un mondo di gente che saltava e si divertiva, tutti rossi e scalmanati, e facevano un gran pestare di scarponi sull’ammattonato, che non si udiva nemmeno il ron ron del contrabasso, e appena finiva una suonata, che costava un grano, levavano il dito per far segno che ne volevano un’altra; e quello del contrabasso faceva una croce col carbone sulla parete, per fare il conto all’ultimo, e ricominciava da capo. – Costoro li spendono senza pensarci, s’andava dicendo Jeli, e vuol dire che hanno la tasca piena, e non sono in angustia come me, per difetto di un padrone, se sudano e s’affannano a saltare per loro piacere come se li pagassero a giornata! – Massaro Cola tornò dicendo che compare Macca non aveva bisogno di nulla. Allora Jeli volse le spalle e se ne andò mogio mogio.

  Mara stava di casa verso Sant‘Antonio, dove le case s’arrampicano sul monte, di fronte al vallone della Canziria, tutto verde di fichidindia, e colle ruote dei mulini che spumeggiavano in fondo, sul torrente; ma Jeli non ebbe il coraggio di andare da quelle parti ora che non l’avevano voluto nemmeno per guardare i porci, e girandolando in mezzo alla folla che lo urtava e lo spingeva senza curarsi di lui, gli pareva di essere più solo di quando era coi puledri nelle lande di Passanitello, e si sentiva voglia di piangere. Finalmente massaro Agrippino lo incontrò nella piazza, che andava di qua e di là colle braccia ciondoloni, godendosi la festa, e cominciò a gridargli dietro – Oh! Jeli! oh! – e se lo menò a casa. Mara era in gran gala, con tanto d’orecchini che le sbattevano sulle guancie, e stava sull’uscio, colle mani sulla pancia, cariche d’anelli, ad aspettare che imbrunisse per andare a vedere i fuochi.

 

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