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Slan Hunter

Page 15

by Kevin J. Anderson


  «Mi sembra che tu stia sognando» commentò Petty.

  «Jommy è riuscito a ottenere questo risultato qui in nella valle» interloquì la vecchia. «Non ho mai visto tanti bravi vicini.»

  Kathleen si sedette accanto al padre. «Ma qual è la vera storia dei senzantenne? Perché odiano tanto gli slan? Da dove provengono?»

  Gray sospirò e si appoggiò allo schienale della seggiola. «È una storia lunga.»

  «Allora preparo il caffè.» La Nonna tornò alcuni minuti dopo con un bricco di vecchia bevanda amara riscaldata.

  Petty ne tracannò una sorsata rumorosa, poi sussultò per il sapore. «E

  per quanto riguarda te, Gray? Non hai le antenne, eppure sembra che tu stia dalla parte degli slan, non dei senzantenne. È ovvio che sei una spia, un infiltrato... ma da che parte stai?»

  Il presidente accettò una tazza, ringraziò la Nonna e si concentrò, cercando il punto adatto da cui iniziare. «Durante i lunghi secoli bui delle Guerre Slan, i genetisti slan decisero che per la sopravvivenza della nostra razza dovevano produrre un nuovo tipo di individuo che non potesse essere riconosciuto dagli umani normali, slan privi di antenne. Ma, di conse-guenza, i senzantenne non possedevano nessuna delle superiori capacità telepatiche dei veri slan. Erano quiescenti, semi dormienti piantati nella società in fase di ripresa.»

  «Cos'è successo a tutti gli altri veri slan?»

  «Si sono nascosti da qualche parte. Non conosco i particolari, dato che sono cose accadute tanto tempo fa. Ma sono sopravvissuti molti più slan di quanto sembrasse.»

  «Non dopo che i miei uomini hanno eliminato quelli che tenevi nel grande palazzo.» Petty ridacchiò. «Quell'operazione ha ridotto di parecchio il vostro numero! E la mia polizia segreta probabilmente gli sta ancora dando la caccia.»

  La Nonna versò altro caffè bollente nella tazza di Petty... e sulla sua ma-no, e in grembo. Petty strillò. La vecchia si allontanò con un'espressione innocente, che sfociò in un sorriso.

  Gray proseguì. «Mentre i gruppi di vigilantes uccidevano qualsiasi individuo dotato di antenne, i miei antenati cominciarono a creare slan che avevano ancora gli stessi geni mutanti, la stessa forza fisica, ma strutturati geneticamente in maniera tale da non presentare nessuna antenna, almeno per diverse generazioni. Le loro capacità telepatiche erano latenti. In origine, quando li abbiamo introdotti di nascosto nella società umana, i senzantenne dovevano sapere cos'erano e quale fosse la loro missione.»

  «Spie in mezzo a noi» borbottò Petty.

  La Nonna gli agitò un dito severo davanti alla faccia. «Lascialo parlare.

  È il presidente.»

  «È stato deposto.»

  La vecchia rispose con un sorriso furbesco: «Finché non avrai la tua immagine su un biglietto da dieci crediti, signor Petty, ti conviene ascoltar-lo.»

  Gray continuò. «I senzantenne potevano vivere come esseri umani, tra gli umani, e comportarsi come loro. Data la loro intelligenza e la forza fisica superiore, i senzantenne non avrebbero impiegato molto per fare carriera e occupare posizioni importanti, dirigendo governi e industrie. Prima che gli umani normali se ne accorgessero, gli slan avrebbero tenuto sotto controllo la società. Quando i senzantenne avessero cominciato ad avere di nuovo bambini slan veri, quando l'orologio genetico avesse riportato in prima linea i cromosomi coi caratteri ereditari autentici, i nostri agenti dormienti infiltrati avrebbero reso impossibile un'altra guerra slan. Avrebbero creato un ambiente dove slan e umani potessero davvero vivere insieme.»

  «Pare che tutto quel piano abbia avuto l'effetto contrario.» La Nonna tracannò il proprio caffè.

  «I senzantenne si convinsero di essere stati traditi da noi, di essere stati privati delle loro capacità telepatiche. Essendo senza antenne, avevano l'impressione che noi...» Gray cercò il termine adatto «li avessimo castrati,

  in un certo senso. Sostenevano che avessimo rubato una parte fondamentale del loro retaggio. E così, quando dei veri slan andarono a spiegargli quel che dovevano sapere, i senzantenne si rivoltarono e li aggredirono. Dichiararono guerra aperta, uccidendo tutti i veri slan che riuscivano a trovare.

  Ed ebbe inizio un terribile massacro... che non è mai cessato.»

  Kathleen lo guardò, corrugando la fronte perplessa. «Ma se i senzantenne erano indistinguibili dagli umani normali, come facevano a riconoscer-si?»

  «Erano ancora in grado di percepire le differenze» rispose Gray.

  «Jommy lo ha scoperto quando da ragazzo ha provato ad avvicinarli, pensando che fossero alleati. E dato che erano intelligenti come qualsiasi altro slan, i senzantenne hanno messo a punto dei dispositivi per individuarci.

  Potevano stanare, tendere degli agguati ai veri slan. Molti furono assassi-nati prima che scoprissimo che avevano questa capacità. A loro volta alcuni slan radicali dichiararono guerra ai senzantenne. Dopodiché la situazione non fece che peggiorare.»

  «La gente non sembra stancarsi mai di uccidere. È una delle cose che facciamo meglio.» La vecchia ingurgitò altro caffè. «È buono. Forse dovrei andarne a scaldare un altro bricco.»

  Gray, Petty e Kathleen parlarono tutti in coro. «No, no, grazie. Ne abbiamo bevuto abbastanza.»

  Il presidente si appoggiò allo schienale della sedia. «Numerosi senzantenne persero i contatti coi loro simili nel corso dei secoli. Molti dei loro discendenti non sanno nemmeno cosa sono veramente. E adesso, in tutta la razza, i geni dominanti cominciano a manifestarsi. Una volta integrate nei cromosomi, le alterazioni non possono essere cambiate. Anche i senzantenne militanti che vogliono distruggere tutti i veri slan stanno cominciando a mettere al mondo bambini dotati di antenne. Nel giro di un paio di generazioni saranno tutti veri slan.»

  «Allora ci avrebbero ucciso tutti per niente» gemette Kathleen. «Uccidendo noi, uccideranno se stessi. Se solo potessimo spiegare ai capi senzantenne quel che è successo, smetterebbero di sterminare slan e umani.»

  «Se ci dessero ascolto» disse Gray.

  Il capo della polizia segreta fece un gesto villano, poi si rannicchiò quasi si aspettasse dalla Nonna un altro scapaccione.

  «Sono ancora il presidente. Cercherò di mettermi in contatto con i capi dei senzantenne.» Gray si rivolse alla vecchia. «Posso usare le apparecchiature del laboratorio di Jommy per aumentare il segnale e costruire un trasmettitore potente. Offrirò un ramoscello d'ulivo ai senzantenne. Poi tutto dipenderà da loro.»

  Gray, Kathleen, la Nonna e perfino Petty lavorarono insieme per erigere un'alta torre di segnalazione sul tetto della rimessa dietro la fattoria. An-nunciandosi come il presidente della Terra, comandante supremo e capo del governo legittimo in esilio, Kier Gray trasmise un messaggio audace a Marte, dove sapevano che i senzantenne avevano impiantato la loro base.

  Sperava che le sue parole incontrassero orecchie ricettive.

  Gray chiese una conferenza per la pace, un vertice per discutere della guerra in corso sulla Terra. Stette attento a non formulare il messaggio come se si trattasse di una proposta di resa, anche se era certo che i senzantenne l'avrebbero considerato tale.

  Poi attesero. Data la grande distanza tra la Terra e Marte, un segnale avrebbe impiegato ore per attraversare lo spazio e tornare indietro. Nonostante ciò, qualcuno rimase a controllare costantemente l'apparecchio a on-de corte, aspettando una risposta. L'Autorità senzantenne sarebbe rimasta sorpresa, addirittura inorridita, dalle rivelazioni di Gray. Avrebbero discusso e dissentito, ma gli scienziati senzantenne erano abbastanza intelligenti da scoprire le prove di cui avevano bisogno. Con gli invasori che bombardavano le città e allestivano basi d'occupazione, Gray sperava che il consiglio nemico gli concedesse almeno il beneficio del dubbio.

  Petty fece il proprio turno di sorveglianza accanto all'apparecchio a onde corte. Di malavoglia era collaborativo, perfino servizievole. Gray trovò la cosa sospetta, si chiese quali fossero i veri motivi del cacciatore di slan. Il capo della polizia segreta aveva cercato di radunare i suoi agenti sparsi e creare un contingente difensivo in piena regola, finora senza successo. Il presidente avrebbe dovuto affidarsi alla di
plomazia, perché non aveva nessuna forza militare cui fare ricorso.

  Finalmente, alle tre del mattino, la risposta gracchiante giunse quando una Kathleen insonnolita sedeva accanto alla radio, sentendo la mancanza di Jommy. «Parla il capo dell'Autorità, Altus Lorry, che rappresenta gli slan senzantenne su Marte. Abbiamo ricevuto e preso in esame il vostro messaggio. Le vostre asserzioni sono inattese quanto incredibili. Comunque questo consiglio è dell'avviso che dovremmo valutarle con tutta l'attenzione dovuta. Invieremo un rappresentante perché s'incontri con voi e ascolti le vostre ragioni. Dopo tanti secoli di tradimento e diffidenza, questo è il massimo che dovreste aspettarvi.»

  Kathleen rispose frenetica. «Certo. Accettiamo! Dirò al presidente Gray di trasmettervi le sue proposte.» Spense l'apparecchio e attraversò di corsa la casa, svegliando tutti.

  24

  Sotto il grande soffitto-cielo di vetro di Cimmerium, la donna sedeva da sola su un balcone di roccia rossa. Contemplò tranquilla il profondo canyon arido, quindi volse il viso all'insù, crogiolandosi al sole lontano. I capelli castani le erano ricresciuti a chiazze ispide, non abbastanza lunghi da essere attraenti ma sufficienti a coprire le grandi cicatrici sul cuoio capelluto.

  Ingrid Corliss era morta, o almeno presentava morte cerebrale dopo un terribile incidente aereo su Marte. Le conoscenze mediche dei senzantenne l'avevano rimessa in sesto, risanando le parti lese del cervello, restituendo-le una parvenza di vita. Con il condizionamento, la ricostruzione mentale e una attenta terapia, Ingrid aveva raggiunto i limiti di quello che la sua gente poteva fare per lei. I dottori avevano detto che non sarebbe mai stata normale, che non c'era nulla da fare.

  Finché non era arrivato Jommy Cross.

  Mentre si era infiltrato nella città su Marte, Cross aveva incontrato la donna menomata. Camuffandosi da marito di Ingrid, aveva raccolto informazioni di vitale importanza sui piani dei senzantenne per impadronirsi della Terra. E, sebbene non fosse obbligato a farlo, aveva rimesso a posto il cervello di Ingrid.

  Adesso, nella città tranquilla e quasi deserta, Jem Lorry si accostò alle spalle della donna troppo calma, corrugando la fronte. Sapeva cosa probabilmente lei stesse pensando. Cross era abile nel manipolare le persone: col lavaggio del cervello le costringeva a dimenticare quanto fosse malvagio.

  Ingrid aprì gli occhi. S'irrigidì quando lo vide. «So cosa vuole, signor Lorry, ma non posso aiutarla. Non so dove sia Jommy Cross.»

  «Non lo sa... o si rifiuta di dircelo?»

  Lei alzò fiacca la mano per grattarsi le cicatrici sul cuoio capelluto.

  «Non le mentirò... non desidero affatto che venga catturato e punito.»

  «Essere solidali con gli slan è tradimento, signora Corliss.»

  Negli occhi della donna avvampò la collera. «Lei non capisce, vero, signor Lorry? Jommy Cross mi ha restituito la vita. Mi ha ricostruito la mente. Sarei una vegetale se non fosse stato per lui. Non era obbligato ad aiutarmi, e non aveva nessun motivo di farlo. I senzantenne intendono distruggere lui e tutti i veri slan. Perché avrebbe dovuto interessarsi di me?

  Eppure lo ha fatto.»

  Jem si chiese che sensazione avrebbe provato strangolandola. «L'amicizia e i sogni umanitari sono fuori luogo in politica. Quel giovanotto non conosce nemmeno i suoi poteri. Bisogna fermarlo.»

  «Con Cross ho un debito che non potrò mai ripagare. Dopo quello che ha fatto per me, può davvero credere che tutti gli slan siano cattivi? Le prove non portano a quella conclusione.»

  «Le prove sono i secoli durante i quali i veri slan hanno ucciso i senzantenne, impedendoci di raggiungere un posto legittimo tra le razze superiori dell'umanità. Lo sa che ci hanno fatto nascere senza antenne per impedirci di avere poteri come i loro. E poi hanno cominciato a sterminarci, uno per uno.»

  «Credo che ci siano state uccisioni da entrambe le parti, signor Lorry.

  Così dovremmo condannare Jommy Cross e tutti gli altri slan superstiti per le colpe dei loro padri? Perché non facciamo risalire il crimine addirittura fino a Samuel Lann?»

  Jem guardò il fondo dell'arido burrone rosso a picco. Sebbene il sole filtrato fosse abbastanza caldo, continuava a sentire un brivido nelle ossa.

  Suo padre era un vecchio sciocco tremante, i membri dell'Autorità erano passivi e incapaci. Adesso questa donna, una senzantenne, sembrava par-teggiare per il nemico.

  «Se pensa che non abbiamo nulla da temere dai veri slan, allora non si è resa conto dei modi insidiosi in cui continuano a colpirci. Negli ultimi due mesi sono nati sedici bambini con le antenne a Cimmerium... qui, a casa nostra! In qualche modo, gli slan hanno trasmesso i loro raggi mutageni su Marte. È l'unica spiegazione.» Le puntò un dito severo. «Naturalmente, non potevamo permettere che quei bambini vivessero. Sarebbero diventati spie in mezzo a noi, quindi ci siamo affrettati a eliminarli. I loro genitori sono stati arrestati e adesso sono sottoposti a un accurato esame genetico.

  Ho il sospetto che fossero veri slan fin dall'inizio, modificati chirurgicamente per inserirsi tra noi.»

  «Lei è paranoico, signor Lorry.»

  «Sono realista.» Jem Lorry si allontanò come una furia.

  Imperturbata, Ingrid Corliss si sdraiò al sole e chiuse gli occhi, continuando a guarire.

  L'Autorità senzantenne aveva indetto una riunione d'emergenza per discutere delle notizie appena ricevute, l'inattesa proposta del presidente nascosto della Terra. Quando Jem irruppe nella sala, non invitato, suo padre lo guardò dall'alto in basso. «Non sei membro di questo consiglio, figliolo.»

  "Ma sicuramente dovrei esserlo. E un giorno, dopo la conquista della Terra, nessuno mi negherà questo diritto." Si costrinse ad assumere un'espressione rispettosa. «Ma sono certo di potervi aiutare, dato il mio baga-glio di esperienza. Qual è il motivo di questa riunione?»

  Suo padre si grattò la barba bianca ben curata. «Abbiamo ricevuto una comunicazione diretta dal presidente Gray, la richiesta di un incontro al vertice. Gray ci ha fornito alcune informazioni storiche alquanto inquietanti che spiegano parecchie cose circa la nostra origine. Spiegano perfino queste nascite recenti di bambini con le antenne.»

  «Abbiamo già una spiegazione per questo. Qualsiasi cosa Gray dica dev'essere per forza un trucco.»

  «Tuttavia, dovremmo valutare attentamente la proposta. Gray vuole che inviamo una delegazione e ascoltiamo quello che ha da dire.»

  Jem si appoggiò a una colonna di pietra, disinvolto di fronte ai suoi capi.

  «È senz'altro una trappola, padre. Non conosci Kier Gray come lo conosco io. Nessuno di voi membri dell'Autorità lo conosce. Ho lavorato con lui per anni. Se è davvero uno slan, allora ha operato contro di noi fin dall'inizio. Come presidente fingeva di essere umano mentre cospirava contro la sua stessa razza. Se avesse saputo che io ero un senzantenne in mezzo a lo-ro, probabilmente mi avrebbe buttato dalla torre più alta del palazzo.» Jem sorrise. «Per fortuna, non ci sono più torri.»

  Uno dei vecchi disse con voce gracidante: «Tuttavia, il presidente Gray ci ha fornito spiegazioni storiche che ci inducono a mettere in dubbio molti nostri preconcetti.»

  «Prendetele con la dovuta cautela» replicò Jem. «Gray sta cercando di salvarsi la pelle. Sta lavorando con Jommy Cross, per quel che sappiamo.»

  Altus sembrava incuriosito, e si aspettava che lo fosse anche suo figlio.

  «Lasciaci finire di parlare, Jem. Quello di Gray è un discorso perfettamente sensato.»

  Jem Lorry ascoltò inorridito, incredulo, infine rabbioso mentre i membri del consiglio ripetevano la storia dell'origine dei senzantenne. Gray sosteneva che l'intera razza senzantenne fosse solo una variazione temporanea, destinata a sopravvivere appena qualche secolo. La sola idea lo sbigottì.

  Peggio. Suo padre e l'Autorità senzantenne sembravano credere a tale assurdità. Sciocchi creduloni! Era ovvio che si trattava di un trucco, di un pretesto per piantare il seme del dubbio nei senzantenne.

  Non vide che una soluzione. Mascherando il suo vero stato d'animo, Jem si inchinò cerimonioso. «Padre, questo incontro al vertice sarà importantis-simo, e dev
e essere condotto con estrema cura. Forse sono stato troppo du-ro e aggressivo al fine di proteggere la nostra razza, ma so essere anche cauto. Conosco i vezzi e gli intrighi di Gray, sono in grado di individuare una trappola. Per favore, consentitemi di andare sulla Terra come vostro rappresentante.»

  Gli occhi stanchi e velati, Altus sollevò il capo con vivacità. Sembrava contento dell'evidente ripensamento del figlio. «Una soluzione giovevole reciprocamente sarebbe l'ideale per tutti. Ascolta quello che Gray ha da di-re.»

  Sorridendo sollecito, Jem si inchinò di nuovo. «Se non è una trappola, sono disposto a prendere in considerazione delle alternative. Nessuno conosce la Terra meglio di me. Sono in grado di occuparmi del vertice.»

  «Non abbiamo mai voluto l'opzione della distruzione totale, come ben sai» disse Altus. «Fatti onore.»

  In cuor suo furioso per la molle passività dell'Autorità, Jem andò al centro di trasmissione e aprì un canale. «Parla Jem Lorry. Ormai, presidente Gray, si sarà reso conto che ero uno slan senzantenne che lavorava nel suo governo. Mio padre è il capo dell'Autorità senzantenne qui a Cimmerium.

  Mi ha incaricato di definire i particolari dell'incontro.» S'interruppe, sce-gliendo con cura le parole. «Sono scettico su quanto ha detto, ma ascolterò con mente aperta. Mi dica come dobbiamo incontrarci, dopodiché procede-remo.»

  Quando fu trascorso abbastanza tempo per la ricezione di un segnale di risposta, Jem passeggiò avanti e indietro, aspettando seccato. La voce che giunse attraverso l'apparato di comunicazione, però, fu una sorpresa assoluta per lui. «Lorry, sei un bastardo! Hai lavorato con me, hai lavorato col presidente e hai ingannato tutti. Eri un serpente in mezzo a noi!» Era John Petty.

 

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