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Rune

Page 37

by Christopher Fowler


  Sollevò lo sguardo in tempo per vedere Carmody che correva verso di loro agitando le braccia e strappandosi di dosso i circuiti conficcati nella pelle. Prima che Harry potesse rendersi conto di cosa stesse accadendo, Carmody aveva afferrato la mano della moglie e la stava trascinando indietro con sé mentre i cavi torna­vano a ghermire la loro preda.

  Quando la gettò sul pavimento bagnato di pioggia davanti alla parete di vetro in frantumi, Celia gridò smarrita. Tentò di driz­zarsi, ma lui la scalciò con la gamba libera che gli rimaneva, fa­cendola ruzzolare tra i frammenti luccicanti.

  Alle spalle di Harry la porta si aprì. Celia si era rialzata, e urlò inorridita vedendo il marito che infilava il corpo straziato nei pannelli di circuiti del computer, ancora in preda alla psicosi ru­nica. Stava per correre in direzione di Harry, quando Carmody allungò di scatto la mano e le afferrò il polso. Un istante dopo, le cinse la vita e la scagliò con quanta forza possedeva verso la ve­trata sfondata.

  Harry si precipitò attraverso la stanza, tuffandosi quasi in avanti nell'ultimo paio di metri, e riuscì a prenderle un braccio. Per un attimo, Celia sembrò restare sorretta dal vento impetuo­so, mentre si teneva in equilibrio sullo stretto cornicione. Il san­gue e l'acqua si mescolarono sul pavimento di marmo. Harry sentì che i suoi piedi cominciavano a scivolare. Un attimo dopo cadde, allentando la presa, e il braccio di Celia gli sfuggì di ma­no. L'inerzia catapultò la donna nel cielo tempestoso. Per alcuni istanti galleggiò nell'aria notturna, bambola di pezza sballottata dalla raffiche di vento, poi il suo corpo scomparve e le nubi si ri­chiusero su di lei.

  Harry si drizzò in piedi, col petto madido di sangue caldo. Ora Carmody era dentro la macchina: aveva le punte acuminate dei connettori conficcate in profondità negli occhi, nelle gengive, nelle orecchie, nel cranio. Si dibatté, quando i circuiti argentei gli serrarono la gola fendendo la pelle con un'unica ampia inci­sione. Mentre il sangue sgorgava dallo squarcio, si rivolse a Har­ry, con voce gorgogliante soffocata dal liquido viscoso.

  — Questa non è la fine! — gridò, mentre la corrente elettrica fondeva i cavi che lo circondavano. — Aspetta e vedrai! Meglio il Diavolo che conosci... di quello che non conosci!

  Nell'attico del quartier generale della odel che dominava la città martellata dalla pioggia, le pareti si riempirono di schizzi di sangue quando i circuiti sovraccarichi del computer runico di Daniel Carmody diventarono incandescenti, e la forza improvvisa che esplose all'interno della macchina scisse gli organi del finan­ziere in una vistosa manifestazione cruenta di combustione elettrica.

  Daniel Carmody si era fuso con la sua creazione.

  50

  Ricordo

  Quando riprese i sensi, Harry si ritrovò steso su un divano nel piccolo appartamento annesso allo studio della odel. Portò una mano al petto, toccò piano la ferita. Qualcuno l'aveva lavata e suturata, applicandovi un cerotto spesso. Provò a drizzarsi a se­dere, ma la testa gli pulsava a tal punto che fu costretto ad ap­poggiarsi di nuovo al cuscino. Con la coda dell'occhio, intravide i monitor della regia in fondo al corridoio. Nessuno sembrava in funzione.

  — Oh, bene, è sveglio. — La faccia di Arthur Bryant apparve nel suo campo visivo. Il vecchio investigatore gli diede un colpetto al braccio, non molto delicato. — Probabilmente è un po' de­bole.

  Quando riuscì a parlare, Harry aveva la gola secca e la voce rauca. — Dov'è Grace?

  — Dabbasso. L'aspetta. Non volevamo troppa gente quassù prima di esserci assicurati di avere bloccato tutto. Le farà piacere sapere che la trasmissione è stata interrotta.

  — Perché... cos'è successo? Chi l'ha interrotta?

  — John May — rispose Bryant, con una sfumatura d'orgoglio nella voce. — Lei è sbucato dall'ascensore coperto di sangue ed è crollato nello studio, lasciando di stucco una insopportabile attrice televisiva blaterona che continuava a dire di essere una star. May è arrivato proprio mentre la moglie di Carmody si sfracella­va sul marciapiede.

  — Daniel è entrato nel computer...

  — Questo non lo so. Comunque, all'ultimo piano è scoppiato un incendio che si è diffuso attraverso i condotti d'aerazione e ha danneggiato seriamente la trasmissione. I tecnici non sono riusci­ti a rintracciare il loro capo, e stavano ancora cercando di risol­vere il pasticcio quando May è arrivato e ha preso il controllo. Adesso l'edificio è sorvegliato dalla polizia... questo finché non si potrà chiarire tutto. Cos'è successo di sopra? Fatto il prepo­tente, eh?

  — No. — Con una smorfia di dolore, Harry si drizzò a sedere. — Celia Carmody ha sostituito il nastro, facendo in modo che suo marito vedesse quello sbagliato. Ma non capisco come mai Daniel avesse un nastro in grado di nuocere proprio a lui. Non avrebbe mai permesso ai suoi tecnici di produrre una cosa simile. Ed è impossibile che Celia l'abbia creato da sola...

  — Se vuole discutere di questioni tecniche dovrà parlare con il mio collega. — Bryant sospirò. — Purtroppo, non sarà facile.

  — Perché?

  — Perché lo sforzo gli è costato un altro ricovero all'ospedale. Meno male che si è assunto il compito di venire qui, comunque. Lei, giovanotto, è riuscito solo a distruggere un intero piano, a farsi sparare, e a lasciare che il nostro imputato principale si ucci­desse.

  Harry decise di non discutere con l'anziano detective. Sapeva che Celia Carmody era intervenuta in suo aiuto per quello che c'era stato tra loro nella villa del finanziere durante l'ultimo weekend. Bryant sparì per qualche minuto e tornò con una tazza di tè fumante.

  — Cosa succederà adesso? — chiese Harry, accettando la be­vanda calda.

  — Be', immagino che lei verrà portato giù steso su una como­da barella mentre io, una persona anziana e fragile, sarò costret­to a viaggiare nell'ascensore che lei ha così generosamente ridi­pinto col suo sangue.

  Harry rimase a osservare Bryant che si allontanava lungo il corridoio battendo irritato il bastone contro le pareti e borbot­tando tra sé.

  Il giardino dell'osservatorio di Greenwich Park era un posto stranamente ignorato. I suoi prati ripidi erano interrotti da un poggio roccioso attraversato da sentieri sinuosi immersi in una fitta vegetazione. Per quanto piccolo, grazie alla sua conforma­zione, quando gli alberi non erano spogli era dominato solo dal­la sfera di rame verde dell'osservatorio. Tra le aiuole in fondo al giardino c'era un riparo con una panchina di legno. Fin dagli an­ni in cui si recava lì con sua madre, quello era il posto preferito di Dorothy. Anche quel giorno si era seduta lì, respirando l'a­ria fresca profumata di terra umida mentre le ombre del tra­monto si allungavano e gli scoiattoli scorrazzavano tra i cespugli di lavanda.

  Gli strascichi della morte di Slattery nello scantinato della bi­blioteca sarebbero stati un incubo quasi insopportabile se non fosse stato per la gentilezza di Arthur e di John. Quando final­mente era riuscita a chiedere aiuto a un poliziotto di passaggio, il giovane spaventato aveva riferito attentamente le condizioni del­la vittima. Slattery era stato trovato col collo trafitto dalle punte di un candelabro di ferro. Doveva essere scivolato, infilzandosi, mentre cercava di forzare la porta del seminterrato. Dorothy non aveva raccontato a nessuno gli avvenimenti di quel giorno. Nemmeno ad Arthur.

  Controllò di nuovo l'orologio. Guardando la cancellata nera merlata del parco, si domandò cosa potesse essere successo ai suoi invitati.

  — Ah, sei qui! Ti abbiamo cercata dappertutto. — Bryant sco­stò l'arbusto di rododendro e sbucò dalla vegetazione, togliendo­si i petali dai risvolti. — Non sono riuscito a trovare l'ingresso, così abbiamo scalato la recinzione. È stato come tornare bambi­no. John, è quassù! Ma non potevi pensare a un punto d'incon­tro più semplice?

  May apparve sul sentiero accanto a loro. — Quando Arthur mi ha detto che ci avevi invitati a cena nella tua zona, non imma­ginavo che avremmo fatto una scampagnata — commentò. — Divertente, però, vero?

  — Siete venuti in auto? — chiese Dorothy

  — Sì, quella di Arthur, purtroppo. È parcheggiata vicino alla statua del generale Wolfe.

  Mentre i tre s'inca
mminavano tra l'erba bagnata in direzione dell'osservatorio, il sole calante tinse di rosa pallido le poche nu­bi sospese in cielo.

  — Adoro Londra quand'è così — disse Dorothy. — L'aria è talmente limpida dopo la pioggia... — Si girò a guardare i pas­saggi colonnati del Maritime Museum, gli edifici del Royal Naval College e il fiume velato di foschia che scorreva più in là. — Questa veduta presto scomparirà. Guardate quante gru. Stanno costruendo altri grattacieli sulla riva nord del Tamigi... banche, come se ne avessimo bisogno. È un panorama antico, intatto da innumerevoli generazioni. Abbiamo protestato. Quelli delle banche sono stati gentilissimi, e molto condiscendenti. È eviden­te che ci consideravano un branco di pazzi. Il panorama? gli si leggeva in faccia. Benissimo, una bella cosa, ma non serve a nes­suno.

  — Riguardo la biblioteca, cosa farai? — chiese Bryant.

  — Che cosa posso fare? Continuerò a rimanere al mio posto, opponendomi al comune e ai costruttori. La collezione deve essere protetta. Non posso permettere che finisca nelle mani sba­gliate.

  Arrivarono alla statua sulla sommità del pendio. — Cos'è suc­cesso alla odel? — domandò Dorothy, fermandosi a riprendere fiato.

  May sorrise cinico. — Non hai sentito? L'attività televisiva della odel è stata sospesa temporaneamente mentre esaminia­mo i loro documenti finanziari. Non abbiamo nessun altro appiglio per bloccarli, solo qualche cavillo fiscale. A quanto pare, quando la polizia è entrata nella sede della odel tutti i dischi e i nastri incriminanti e tutto il materiale "infetto" erano spariti. Hanno fatto piazza pulita. E sembra che nessuno sappia dove sia finita quella roba.

  — Avrete senz'altro dei sospetti.

  — John e io abbiamo qualcosa di più di semplici sospetti — disse Bryant. — Grazie a te avevamo una videocassetta...

  — Avevate? Perché usi il passato?

  — Perché l'ho prelevata da uno degli armadietti delle prove del commissariato e ho scoperto che qualcuno l'aveva cancellata tutta magneticamente. E questa è solo una parte della storia. Ad Hargreave hanno detto che adesso il caso non è più di competen­za del suo personale, in attesa che si svolga un'inchiesta interna ufficiale.

  — Sembra uno dei complotti di Frank.

  — Prima della chiusura dell'indagine, ho fatto qualche con­trollo sulla situazione azionaria della odel. Direttamente e indi­rettamente, il maggiore azionista dell'azienda è il governo di Sua Maestà. Ci sono ministri collegati alla odel in diversi modi, so­prattutto tramite una serie di appalti della Difesa, contratti che rimarranno sottochiave in qualche tetro ufficio di Whitehall.

  — Avremmo dovuto capire che questa faccenda era autorizza­ta politicamente fin dall'inizio — disse May. — Ma ci siamo com­portati da detective. Non siamo riusciti a vedere al di là dei cada­veri. Poi quando Carmody stesso è morto...

  — ...tutto è stato chiaro — disse Bryant, aprendo la portiera dell'auto e facendo salire Dorothy. — Malgrado la sua mentalità perversa, Daniel Carmody non era un folle. Non avrebbe mai consentito la produzione di un nastro che avrebbe potuto provo­care la sua morte. Qualcuno doveva controllarlo. Presumo che sia stato il ministero della Difesa a far produrre quel nastro, probabilmente proprio dai tecnici di Carmody. Era una misura di si­curezza, caso mai il loro pupillo prodigio decidesse di rivoltarsi ai suoi sostenitori.

  — E sua moglie l'ha scoperto.

  — Forse è stata addirittura informata dell'esistenza di quel na­stro. Una cosa che non sapremo mai è cosa l'abbia indotta alla fi­ne a usarlo. Pensi che la odel riprenderà l'attività?

  — Possono provare. — Bryant rise, ingranando rumorosa­mente la marcia.

  — Cosa c'è di tanto divertente? — chiese Dorothy.

  — Abbiamo incoraggiato un nostro amico a dedicarsi a un nuovo hobby — rispose May. In quello stesso istante, dall'altra parte della città, Rufus stava lavorando con Kirkpatrick, usando di nascosto il computer del commissariato nelle pause per creare una stringa virus runica che avrebbe infettato l'intera rete della odel quando fosse stata riattivata. I due lavoravano molto vo­lentieri insieme, forse perché erano entrambi cervelloni disadat­tati.

  — La odel rientrerà in scena, naturalmente — disse Bryant, lasciando il parco con due ruote su un'aiuola. — Ma la prossima volta saremo pronti ad affrontarli.

  — Pensavo che intendessi andare in pensione — sbottò May. — Pensavo che la criminalità moderna fosse troppo sporca per te. Hai detto che avresti trascorso i tuoi ultimi anni nell'orticello a coltivare carote.

  — Figuriamoci... non ho nessun orticello, io — ribattè Bryant, indignato. — Carote... ma senti un po' che roba. Se non ti dispiace tornare un attimo al passato con la tua mente debilita­ta, ricorderai che la Instant Image non ha comprato tutti i nastri rubati da Coltis. C'è ancora un centinaio di videocassette mali­gne in circolazione. Qualcuno deve rimanere all'erta. E poi, sei stato ricoverato in ospedale due volte. Al prossimo caso interes­sante potresti crepare. Non posso lasciarti solo.

  May rivolse un'occhiata a Dorothy. — Dunque rimani.

  Bryant tirò su col naso tranquillamente e fissò la strada. — Devo rimanere, suppongo. — La vetturetta girò attorno alla ro­tonda di Blackheath due volte prima di individuare la strada giu­sta e dirigersi verso il centro.

  — Meglio che cerchiamo di raggiungere un ristorante prima che il sole tramonti — disse Bryant. — I fari non funzionano, pa­re.

  The Independent

  15 giugno

  IL PRESIDENTE DELLA ODEL MUORE MISTERIOSAMENTE

  Un cadavere scoperto due giorni fa da alcuni bambini che gioca­vano in un canale di scolo a Londra Sud è stato identificato come quello di Samuel Harwood, 71 anni, il presidente recentemente indiziato della odel Corporation, la multinazionale delle comu­nicazioni attualmente al centro di una indagine poliziesca. Gli esperti medico-legali sono perplessi riguardo le circostanze della morte di Harwood, in quanto pare che la vittima in qualche modo sia finita nel canale di notte e sia annegata, sommersa da un'on­data improvvisa di acqua piovana. Nelle settimane prima della sua scomparsa, Sam Harwood era diventato un oppositore acca­nito della società che aveva contribuito a creare, e aveva attacca­to pubblicamente in modo sempre più aspro i consiglieri d'ammi­nistrazione. Alcuni colleghi avevano azzardato l'ipotesi che l'an­ziano presidente soffrisse di una forma di afasia mentale. Il mese scorso, l'amministratore delegato del gruppo odel è morto con la moglie in un incendio che ha distrutto l'ultimo piano del quartier generale dell'azienda.

  Segue a pagina 6

  Deputato spiega "Perché bisogna chiudere gli scolmatori perico­losi"

  A pagina 8

  — È lui — disse Harry, indicando la foto del presidente sul giornale. — È l'uomo che ho visto smembrare nella mia allucina­zione.

  — Carmody sapeva di avere appena incominciato a sfruttare il vero potere delle rune. Chissà se si rendeva conto di quanto c'è ancora da scoprire. — Grace si appoggiò al parapetto di poppa dell'acquabus, osservando il battello che si staccava dal molo di Westminster. Il cielo era schiarito adesso, l'aria della sera era fresca e limpida. Il taglio di capelli severo della ragazza era stato ridimensionato in una acconciatura più garbata, anche se Grace si ostinava ancora a indossare pastrano e scarponi. Harry le por­se un bicchiere di polistirolo fumante.

  — Secondo te, perché gli inglesi bevono tanto tè? — chiese Grace, mescolando la bevanda col cucchiaino di plastica.

  — Aiuta a pensare.

  — Ti mancherà il tuo appartamento?

  Harry rifletté un attimo. — Solo la veduta — rispose. Aveva messo in vendita l'appartamento dopo essere rincasato e averlo trovato saccheggiato per la terza volta. Probabilmente la nuova dirigenza della odel lo teneva d'occhio, anche se lui non aveva alcuna prova del loro coinvolgimento.

  — A proposito — disse — ho un altro colloquio d'assunzio­ne.

  — Con chi?

  — Col Dipartimento Ricerche Consumatori. Controllano il settore. L'esperienza per quel posto non mi manca di certo. — Mentre il battello passava sotto il Bl
ackfriars Bridge, Harry cinse la vita di Grace con un braccio. — Sai, ho pensato al Diavolo...

  — E allora?

  — Credo che sia tornato davvero sulla terra. E penso che sia stato fermato da un gruppetto di persone riunite da un capriccio del destino.

  — Pensavo che tu fossi freddo e razionale riguardo certe cose.

  — Lo ero. Ma prova a riflettere... Tu conoscevi Frank Drake. Frank lavorava con Dorothy Huxley. Dorothy conosceva Bryant. E May conosceva quel ragazzino che sta elaborando il virus antirunico. Se un qualsiasi anello della catena fosse manca­to, sarebbe stato impossibile fermare la odel.

  — Hai tralasciato l'anello più importante. Se tu non fossi stato gentile con la moglie di Carmody, se non le avessi parlato, lei non avrebbe mai avuto il coraggio di colpire il marito con le sue stesse armi.

  Harry ricordò l'ultima immagine di Daniel Carmody... un cor­po contorto all'interno della macchina, sangue e circuiti... Rab­brividì.

  — Sei pronto?

  — Pronto.

  Grace aprì la borsa ed estrasse due rose rosse. Mentre l'im­barcazione superava l'ombra del ponte, gettò la prima nelle ac­que grigie e pigre del fiume. Il vento le gettò i capelli negli occhi. — Per Frank — disse, passandosi una mano sul viso.

  Harry tenne per un attimo la rosa che Grace gli aveva dato, as­sorto. Poi la lanciò in alto, lontano, e per un istante la rosa si sta­gliò contro il sole morente.

  — Per Willie Buckingham — disse, osservando il fiore che gi­rava sulla superficie. Sotto, le eliche turbinavano sorde, mentre l'acquabus continuava il viaggio notturno verso il mare.

 

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